Alcuni di voi, i più ‘maliziosetti’, pensando a quel titolo torneranno con la mente a uno dei film diretti dal re del cinema erotico all’italiana, ovvero Giovanni Brass in arte Tinto. Un numero forse ancora più esiguo di voi saprà però che quel film del 1994 è ispirato da un libro, una delle ultime opere, scritta qualche anno prima, di Alberto Moravia, dove si racconta il distaccamento dalla società e dalla realtà del protagonista, un uomo di mezza età la cui occupazione abituale, che sfocia anche nell’ossessione, è quella di osservare le donne. Da qui, il titolo dell’opera, vale a dire ‘L’uomo che guarda’. Ma perché ci concediamo questa divagazione nelle arti della letteratura e del cinema per trattare un tema decisamente più frivolo al confronto come quello del calciomercato dell’Inter?

Il motivo è molto semplice, e sta tutto in un piccolo gioco di traduzione, che sicuramente non vale nemmeno una lezione di inglese da impartire ai bambini come livello ‘basic’: perché una delle tante traduzioni del verbo guardare in inglese è ‘look’ e uomo, lo sanno tutti, si dice ‘man’. Ora basta unire le due parole per formarne una che di senso compiuto ne ha, eccome, specialmente in queste ore agli occhi dei tifosi interisti: Ademola Lookman. L’attaccante nazionale nigeriano ma nato nei sobborghi meridionali di Londra nel 1997, eroe assoluto, quasi da meritare di diventare eponimo, della storica finale di Europa League vinta dalla Dea contro il Bayer Leverkusen a Dublino grazie ad una straordinaria tripletta, è il nome delle ultime ore in casa dei nerazzurri di Milano, sbattuto con un rumore impressionante sul tavolo da parte dei dirigenti interisti che hanno individuato in questo ragazzone che fino all’esplosione in quel di Bergamo non aveva poi avuto una carriera così scintillante l’elemento perfetto per completare l’attacco da mettere a disposizione di Cristian Chivu.

Lookman, ribaltato e tradotto in maniera un po’ rozza ‘l’uomo che guarda’, per l’appunto. Lui che su questo gioco di parole ci ha costruito anche un’esultanza con le mani portate agli occhi a mo’ di binocolo che qualche anno fa gli è costata anche un’ammonizione un po’ gratuita da parte dell’arbitro Daniele Doveri che aveva interpretato quel gesto come irrisorio nei confronti della tifoseria dell’Udinese. Lookman che guarda, chiaramente; guarda e osserva, e di sicuro memorizza. Come memorizza con cura gli eventi della vita il suo entourage, ovvero la carta del coprotagonista di questa vicenda di mercato. Nemmeno un anno fa, infatti, Lookman era sul punto di dire addio all’Atalanta, attratto dalle sirene del Paris Saint-Germain (col senno di poi, eh…) arrivando addirittura al braccio di ferro con la dirigenza orobica chiedendo di non essere convocato per la partita contro il Lecce. Acutizzando una situazione già alquanto delicata per la Dea, alle prese con un altro giocatore volenteroso di mettere le valigie sulla porta come Teun Koopmeiners, già da tempo corteggiato dall’allora Juventus di Thiago Motta, e con le assenze di Gianluca Scamacca e Nicolò Zaniolo per infortunio.

Ci volle una bella opera diplomatica per convincere Lookman a tornare sui suoi passi, lasciar perdere le tentazioni parigine (col senno di poi, eh…) e continuare a contribuire alla causa dell’Atalanta. Non senza ottenere qualcosa in cambio, però: nello specifico, una promessa di ‘placet’ alla partenza di fronte ad eventuali nuove proposte allettanti ed economicamente importanti, nell’ordine dei 40 milioni circa. Questa promessa scucita dall’entourage del giocatore ha aperto uno spiraglio davanti al quale l’Inter ha deciso di presentarsi con martello pneumatico, picconi e anche una talpa meccanica per trasformarlo in una voragine nella quale infilarsi senza indugio. La notizia è stata lanciata ieri mattina con convinzione dal Corriere dello Sport, e i più hanno probabilmente storto il naso, etichettandola come una delle tante voci destinate a evaporare, per tacere di chi, con una concezione delle dinamiche di club alquanto curiosa, ha bollato tutto come una mossa infingarda per agevolare la campagna abbonamenti, e bisogna capire quale strana ragione possa portare un quotidiano radicato a livello di pubblico in aree ben lontane da quella Milano non vista certo di buon occhio sul piano sportivo dai suoi lettori ad agevolare gli abbonamenti di un club del Nord, oppure un club a servirsi di questi, chiamiamoli, stratagemmi, per strappare più tessere.

Col passare delle ore, comunque, è arrivata una pioggia, anzi una vera e propria grandinata di conferme: l’Inter vuole davvero Lookman, e forte di quella celebre promessa di fronte alla quale però l’Atalanta sembra fare la gnorri, alla mezzanotte del 17 luglio, ha già un’intesa di massima col giocatore ed è pronta a mettere sul tavolo quei famosi 40 milioni. Da Bergamo rispondono 50, nessuna delle due parti sembra voler fare passi verso l’interlocutrice ma la storia insegna che, quando la volontà c’è davvero, una distanza comunque minima il modo per colmarla lo si trova sempre. Come a dire, cinque milioncini in bonus e magari s’abbracciamo tutti… Affare fatto, dunque? Chiaro che no, anzi. Ogni estate, si sa, è piena di colpi che sembrano annunciati poi per un motivo o per un altro vanno a gambe all’aria; ma la maniera roboante nella quale è deflagrata questa notizia fa pensare che tutte le intenzioni di questo mondo sembrano rivolte alla buona chiusura di questa trattativa, che consegnerebbe a Chivu un attacco dalla line-up spettacolare, di quelle che forse per ritrovarne una simile bisogna risalire ai tempi di Roberto Mancini prima versione.

Ademola Lookman piace molto, perché quando è in forma è un giocatore semplicemente inafferrabile, anche se va chiaramente verificato al di fuori dell’oasi bergamasca dove parecchi non hanno saputo mantenere le promesse; perché permette di avere un attacco completo anche in Champions League grazie al jolly Pio Esposito prodotto del vivaio. E piace perché può agevolare la mutazione tattica che Chivu pare avere in mente per la sua creatura nerazzurra, col passaggio dal 3-5-2 al 3-4-2-1 dove Lookman andrebbe a coprire uno degli spot di sottopunta con Marcus Thuram, Nicola Zalewski, Henrikh Mkhitaryan e Davide Frattesi che di volta in volta possono agire in quella dimensione.

Insomma, Lookman è un nuovo manifesto di quella rivoluzione che l’Inter e Oaktree, che forse ringalluzzita anche dalle notizie provenienti dal fronte stadio, ha deciso di accelerare guardando ad un futuro che si vuole importante per il club. E che andrebbe ulteriormente agevolata con il fatidico innesto del difensore, con quel Giovanni Leoni che da anni ormai attende solo un segnale per poter volare a Milano e garantire che i tanti soldi da spendere per il suo cartellino siano più meritevoli di un’eventuale cifra small da versare per un giovanissimo del quale non puoi mai sapere che impatto può avere con il massimo livello, e magari, chissà, con un nuovo innesto in mezzo più consono a giocare con il nuovo schema. La rivoluzione può essere alle porte, di certo l’Inter non sta lì a guardare…

Sezione: Editoriale / Data: Gio 17 luglio 2025 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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