Dentro o fuori dal campo, è ancora Hakan Calhanoglu il perno centrale dell'Inter. A tornare sulla situazione del centrocampista turco, a lungo il cervello della Beneamata, è la Gazzetta dello Sport che dopo le vicissitudini delle scorse settimane sull'ex Milan precisa: "A cambiare è stato soprattutto il pensiero dello stesso Hakan: è vero che non ha mai sbattuto i pugni sul tavolo per chiedere una uscita fragorosa da Milano, ma, indirettamente, aspettava una mossa ufficiale del Galatasaray". Mossa che però non è avvenuta, e al The Corner non è mai arrivata Pec alcuna da Istanbul. 

L'affondo del Cimbom per il capitano della Nazionale turca non è avvenuto neppure quando il vicepresidente del Gala, Abdullah Kavukçu, ha incontrato il direttore sportivo dell'Inter, Piero Ausilio, in un hotel di Milano, "dopo ampia opera di depistaggio" si legge ancora sulla Rosea che poi svela: "In realtà, Calha non è mai stato un’esigenza tecnica del Gala, piuttosto era una richiesta patriottica che scavalcava il club. Far giocare il capitano della Nazionale con la maglia del più governativo tra i club della capitale aveva un certo peso politico". 

Al momento la priorità della squadra di Istanbul resta Victor Osimhen, operazione complessa e soprattutto onerosa, mettendo in 'pausa' ogni altro discorso di mercato. Contestualmente agli impegni del Gala, anche "l'idea del ritorno in patria è progressivamente scemata nella testa di Hakan, anche se in questi luoghi niente può essere mai dato per scontato al 101%". A Milano, infatti, sebbene non ci si aspettano plot twist c'è sempre il timore che possa accadere un nuovo caso Lukaku, in fuga in pieno agosto. Ma a quel punto "lo scenario sarebbe ben diverso: con il campionato dietro l’angolo, servirebbero solo e soltanto 25-30 milioni non trattabili, oltreché una plateale forzatura di Hakan" aggiunge la Gazza che poi chiosa: "Non ci sono, però, avvisaglie".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 16 luglio 2025 alle 13:25
Autore: Egle Patanè
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