Erano le 22.59 del 2 settembre 2019 quando, ad un minuto dal gong finale della sessione di mercato (in Francia, in Italia era finito da qualche ora, ndr), il Paris-Saint Germain scriveva la parola fine ad una telenovela degna del miglior format argentino, argentino non a caso. Con un tweet teaser col gioco del domino delle facce degli attaccanti della squadra in cui veniva inserito anche il volto dell'ex numero 9 interista, il club parigino ufficializzava l'arrivo in prestito con diritto di riscatto dell'attaccante classe '93 Mauro Emanuel Icardi. Un capitolo definitivamente concluso il 31 maggio dell'anno successivo con il comunicato dell'FC Internazionale Milano che rendeva nota la cessione a titolo definitivo dell'attaccante di Rosario al club francese. "Il Club ringrazia il giocatore per le sei stagioni trascorse insieme e gli augura il meglio per il prosieguo della sua avventura professionale". Ma il vero nonché più sincero grazie era quello pronunciato da Beppe Marotta, Piero Ausilio, Steven Zhang e l'Inter tutta a Leonardo Nascimento de Araújo, semplicemente detto Leonardo

L'amico d'oltreoceano che al di là delle Alpi con quel quinquennale per il primo anno a 7 milioni più bonus di ingaggio, aveva 'risolto' il problema più grande di Viale della Liberazione, nonché preoccupazione numero uno di quel Beppe Marotta sempre così posato e mai fuori posto neppure quando la Miranda Priestley del mondo nerazzurro aveva più e più volte fatto agitare l'appena arrivato ad interista. E quando il diavolo vestiva Wanda, ad aiutare Beppe fu proprio quell'amico italo-brasiliano che all'Inter in passato finì per essere bollato come l'ingenuotta Andy che non seppe distinguere le ingannevoli sfumature di blu, turchese, lapislazzuli e ceruleo. Un giudizio, quello di ingenuo, troppo buono e addirittura servizievole nei confronti dell'amico di Varese culminato proprio il 31 maggio 2020, quando Mauro Icardi siglò l'addio definitivo all'Inter, trovando il sì definitivo dei parigini, maturato malgrado una stagione lontana anni luce da quelle sciorinate nei sei anni all'ombra della Madonnina. Come Andy, il buon Leo, armato di pazienza e noncuranza di giudizi e voci di corridoio, si sveste degli abiti naif con i quali aveva a lungo ingoiato qualche rospo e all'indomani di una pandemia che ha tenuto e tuttora tiene sotto scacco buona parte del mondo del ballon, sorpassa Emily apprestandosi al successo da consumare sotto l'Arc de triomphe de l'Étoile.

Ma più che in piazza Charles de Gaulle, il triomphe del direttore di Niterói si consuma, esattamente come quello di Andy, tra le avenues di Paris, nella fattispecie al 53 dell'Avenue Emile Zola, dove a inizio settimana prossima farà siglare un quinquennale da 8 milioni più 2 di bonus a stagione ad uno dei capi più pregiati del guardaroba che ha consegnato lo scudetto all'Inter. Insomma una scelta degna di Yves Saint Laurent, 'prima a proporre delle giacche militari color ceruleo'. In silenzio, il buon Leo ha imparato a distinguere maglioncini non semplicemente azzurri, turchesi, o lapis, ma effettivamente cerulei. E dopo aver aiutato l'amico Beppe a risolvere il problema 'Icardis', affare spesso considerato fuori logica sulle sponde della Senna, accorre ancora una volta in ausilio dei meneghini, ma questa volta pescando il migliore "in mezzo a una pila di roba". Non esattamente dal cesto delle occasioni dei grandi magazzini del quale perentoria parlava Miranda in uno dei monologhi più belli del film David Frankel, ma da un cesto delle occasioni che non fa sconti, ma solo nel breve periodo.

Un'occasione che conviene ad entrambe le parti ma ne fa sorridere una sola: se da un lato la cessione del marocchino fa respirare le casse di Viale della Liberazione, sebbene tra lacrime di tristezza e rammarichi, dall'altro rende finalmente giustizia al naif Leonardo, che seppur tendendo ancora una volta la mano ai milanesi, può finalmente festeggiare gettando il telefono a Place de la Concorde e sarà pure stato "la più grande delusione di ogni interista, ma chi non lo celebra subito... è un idiota!".

Sezione: Editoriale / Data: Dom 27 giugno 2021 alle 00:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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