Alla fine della fiera rimane quel fastidioso amaro in bocca per non aver fatto esattamente, nei minimi dettagli, il proprio dovere. L'Inter pareggia 1-1 a Marassi contro il Genoa e il risultato è coerente con quanto visto in campo, soprattutto perché i nerazzurri sono incappati in una serata scialba, in cui hanno fatto fatica a emergere in un match scorbutico, assai combattuto e dall'esito incerto fino all'ultimo, non foss'altro per le potenzialità di un finale in cui l'episodio poteva fare la differenza per entrambe. Poco male, inutile rimurginare. Non si possono vincere tutte, questo è poco ma sicuro. E poi, onestamente, il Genoa ha dimostrato di essere un rivale indomabile per tante big o cosiddette. Il Milan ha vinto come tutti sanno, la Juve e il Napoli hanno pareggiato, Roma e Lazio hanno perso. Non servivano dunque molti indizi per aspettarsi una partita complicata in cui per vincere sarebbe servito qualcosa in più del solito.

Tanti, troppi giocatori si sono espressi al di sotto dei loro standard, altri si sono limitati al compitino ma a prescindere dalle prestazioni dei singoli è la squadra che non ha girato bene come al solito, merito anche di un avversario che ha interpretato come meglio non avrebbe potuto l'impegno contro la capolista. Onore al Grifone, dunque, e complimenti ad Alberto Gilardino che, dopo aver recuperato tutti i giocatori proprio prima di affrontare i nerazzurri, ha provato anche ad aumentare le presenze offensive negli ultimi minuti, confermando che la difesa a oltranza non sempre è l'antidoto migliore. Non è quindi un caso se contro i rossoblu è normale far fatica e ogni punto va guadagnato.

L'Inter dal canto suo prende questo punto e lo porta a casa, perché tutto fa brodo e ogni passettino in classifica potrà tornare utile più avanti. Certo, stasera la Juventus, battendo la Roma, sarebbe nuovamente a -2 come lo era prima di andare proprio al Ferraris, ma non importa. Il girone d'andata deve ancora concludersi, aver sprecato il match-ball per il titolo di campione d'inverno conta relativamente. Fasciarsi la testa dopo un pareggio sarebbe controproducente, anzi è proprio il momento in cui la squadra deve ricaricarsi e prepararsi mentalmente all'impegno casalingo del 6 gennaio contro il Verona, quando tornerà a disposizione anche Lautaro Martinez.

Ah, il capitano. Si può sostenere qualsiasi teoria qualunquista, ma sottovalutare l'importanza dell'argentino nelle sorti della squadra sarebbe ingenuo. Lautaro non è solo un cecchino, capocannoniere della Serie A. Ma è anche il primo regista offensivo, colui che è mancato ieri sera al Ferraris nei momenti in cui la squadra faticava a costruire sulla trequarti. Siamo lontani anni luce dal concetto di dipendenza, perché l'Inter è in grado di fare benissimo anche senza di lui, a maggior ragione con un Marko Arnautovic sempre più protagonista. Per contro, a pagare maggiormente l'assenza del 10 è Marcus Thuram, alla sua seconda prestazione poco convincente. Sarà un caso, ma il francese ha creato un feeling tale con il compagno di reparto da perdere le misure in sua mancanza. Bisogna crescere anche sotto questo aspetto.

Onde evitare il dilaniarsi già in atto tra i tifosi, è giusto anche sottolineare come in serate come questa, in cui la brillantezza si nasconde, riuscire a farsi comunque rispettare e a portare a casa anche un punto è sinonimo di maturità. Perché altre squadre in certi contesti lasciano sul campo l'intera posta in palio. Ergo, concetto da ribadire a gran voce: avanti per la stessa strada, che è quella giusta. Gli scudetti si vincono anche così.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 30 dicembre 2023 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
vedi letture
Print