Walter Zenga è l'ospite di questa mattina di Radio Anch'io Lo Sport. Tantissimi i temi affrontati dall'ex portiere nerazzurro.

Il gioco dell'Inter.
"A chi non piace? Si fa grande confusione tra controllo della partita ed estetica, come la si chiama adesso. Una squadra che vince undici gare di fila, ha una coppia di attaccanti così, sta vincendo il campionato, mi sembra tutto superfluo. Del nostro scudetto dei record si diceva che facevamo catenaccio ma avevano Serena-Diaz e la difesa meno perforata del campionato. Controllavamo la partita, anche ieri è accaduto lo stesso, senza alcun rischio".

Il dominio Juve interrotto da Conte.
"E' suggestivo perché c'è questo senso di appartenenza di Antonio che è juventino, ma non c'è nulla di male. E' un professionista, uno dei top che ci sono in giro. La spartiacque di quest'anno è stata la doppia gara con lo Shakthar. Da lì ha visto che c'erano delle cose da cambiare e infatti da lì non ha più toppato una partita".

L'Inter può aprire un ciclo?
"Stiamo parlando di un periodo complicato, a causa del Covid. Ci dimentichiamo che le squadre vivono anche di merchandising, cash flow. Questo potrebbe portare delle problematiche negli investimenti. Non so cosa farà la proprietà, vincendo il campionato e volendo fare una Champions da protagonista ha bisogno di un paio di innesti davanti e in mezzo".

Quali giocatori del 1988/'89 avrebbero fatto la fortuna di questa Inter?
"Matthaus e Berti sarebbero due mezzali straordinarie con Antonio. Erano tempi completamente differenti. Noi avevamo solo tre stranieri, in quattro venivamo dal settore giovanile. I paragoni sono difficili".

Come agirebbe sul mercato per fare meglio in Champions?
"Quando c'è da affrontare una competizione del genere non c'è da rifondare ma da rinforzare. Una pedina davanti e una in mezzo al campo. In Champions un conto è essere protagonisti dopo che hai vinto il campionato e un conto è farlo quando sei arrivato quarto".

La costruzione dal basso.
"La costruzione dal basso è un senso dell'intelligenza dell'allenatore applicare i giusti principi alla qualità dei giocatori che hai. A volte vogliamo, come allenatori, copiare dei sistemi e non abbiamo la giusta personalità. Non è necessario giocare nella propria area. De Zerbi ha la sua filosofia e la porta avanti dovunque, da tre anni lavora così a Sassuolo. Personalmente ritengo che serva meno tattica e più tecnica, con più libertà di pensiero. Oggi Zenga sarebbe a parlare e a prendersi le proprie responsabilità come ha sempre fatto".

Il Var.
"A Crotone, quando retrocedemmo, ho avuto delle situazioni in cui sono stato sia penalizzato che aiutato. L'unico problema del Var è che lo renderei meno 'segreto'. L'allenatore in panchina è l'unico che non ha possibilità di vedere cosa sta accadendo. Lo spettatore allo stadio, quando ci sarà, potrà vedere da un telefonino cosa sta accadendo. Io sono in panchina e non posso farlo. Mi piacerebbe sentire cosa si dicono".

Donnarumma e le analogie con il suo addio all'Inter.
"Sono stato vicino a lasciare l'Inter già prima che accadesse, perché avevo un pre-contratto col Napoli. Non ero d'accordo con la linea di Pellegrini, non lo sono tuttora perché quell'Inter poteva vincere molto di più. Sono tempi differenti. Allora avevo Branchini che era all'inizio della carriera e gli agenti non avevano l'impatto che hanno oggi. Al di là delle cifre resto un romantico passionale: se gioco nel Milan penso di essere in un club importante e prima di andarmene ci penso due volte".

Pirlo e il momento della Juventus.
"Pirlo è un allenatore giovane, all'inizio. Si è trovato in mano una squadra che aveva vinto nove campionati. Una situazione complicata da gestire, ha pagato degli errori di inesperienza ma supportato dalla società ha risalito la china. Ronaldo? Non è quello dell'anno scorso, il nervosismo non è legato al fatto che non gli piace la squadra ma dal fatto che riconosce che non riesce ad incidere ed è arrabbiato con se stesso".

L'esordio in A di Vicario.
"Vicario l'ho fatto giocare a Venezia come avevo fatto con Sirigu, con grande serenità. Al Cagliari l'ho consigliato io. Sicuramente è un portiere di avvenire, se cederanno Cragno il portiere ce l'hanno in casa. Anche Carboni l'ho fatto esordire io in A. Piccole ma belle soddisfazioni".

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Sezione: Copertina / Data: Lun 12 aprile 2021 alle 10:30
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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