"Quando Chris è andato giù, il primo soccorso è arrivato da Joakim Maehle, il giocatore dell’Atalanta, quello che in quel momento era il più vicino al centrocampista dell’Inter. È stato il primo a tentare la manovra per liberare le vie aeree di Eriksen, spostando la sua lingua verso l’alto. Evidentemente, senza successo. Kjaer allora si è chinato. E ci è riuscito. Erano i primi attimi, quelli decisivi. Quando, per intendersi, i sanitari ancora non erano entrati in campo". Questo il racconto dei quegli interminabili attimi della Gazzetta dello Sport, che dedica ampio spazio alla pronta azione di Simon Kjaer, compagno e amico di Christian Eriksen. Kjaer lascia il capannello solo per andare incontro a Sabrina Kvist Jensen, compagna di Chris, provando a rassicurarla in qualche modo. "Sabrina non se ne fa una ragione. Chiede ancora di avvicinarsi, con una compostezza che fa di lei una fuoriclasse. È in quel momento che in soccorso arriva anche Schmeichel, l’altro compagno di una vita: anche lui parla con Sabrina, anche lui con un senso di responsabilità e una lucidità che vale tutto il mondo - racconta la Gazzetta -. Si chiama protezione, che in qualche strano vocabolario deve pur essere un sinonimo di disperazione. Quella disperazione che Sabrina ha affrontato, quella protezione che ha sempre chiesto rispetto alla vita privata, sua e del marito. Non ha mai cercato copertine, men che mai quelle di qualche sporco tabloid inglese. Dicono che il passatempo preferito, suo e di Christian, sia costruire Lego con il figlio Alfred. Pezzetto dopo pezzetto, sempre alla ricerca dell’incastro giusto. Ora c’è da risistemare un po’ di vita. E pazienza se mancano 12 minuti. Da qualche parte ci penserà Kjaer a riempire quel buco".

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Sezione: Copertina / Data: Dom 13 giugno 2021 alle 08:45 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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