Un pomeriggio surreale, conclusosi degnamente. Tanti, troppi i fattori che hanno influenzato la gara contro il Cagliari e la sconfitta dell'Inter, a un certo punto, sembrava l'epilogo più scontato, anche dopo il gol di Joao Mario. Alzi la mano chi potesse mai immaginare che un libro ('Sempre avanti') potesse contribuire a una sconfitta dolorosa e impronosticabile fino a qualche ora prima. Eppure, facendo le dovute riflessioni, questa autobiografia di Mauro Icardi ha dato il la a una serie di situazioni sconcertanti e dannose. Anche fuori dal campo.
SEMPRE AVANTI, FINO ALLA CURVA - Come se ce ne fosse bisogno, nel giorno di Inter-Cagliari ecco che scoppia, in modo teatrale, il caso Icardi numero 327 circa. Ancora una volta l'attaccante finisce suo malgrado sotto i riflettori della critica, ma non di quella ormai consolidata dei media o dei tifosi iper critici. Bensì della Curva Nord. Al centro della polemica, con tanto di durissimo comunicato stampa, un passaggio del libro autobiografico 'Sempre avanti' da poco in commercio. Messo, di conseguenza, subito all'indice dal tifo organizzato come neanche ai tempi bui della Chiesa. E a poco è valso il contro-comunicato stampa dello stesso Icardi, che ha provato a smussare angoli troppo resistenti per venir meno. Al di là della problematica che riguarda le due parti in causa e che comunque ha già avuto e avrà ulteriori strascichi, è la tempistica che infastidisce: prima di una gara da vincere a tutti i costi, chi ama l'Inter non può anteporre questioni personali al bene comune. Per queste c'è sempre tempo e modo, a prescindere da chi abbia ragione.
SEMPRE AVANTI, PER UNDICI METRI - Non è un caso se poi, al 25', Icardi sprechi un rigore che Rizzoli, assistente addizionale, segnala senza alcun motivo al direttore di gara Valeri dopo un leggerissimo contatto tra l'argentino e Bruno Alves. Penalty tanto farlocco che l'esecuzione del numero 9 ne è degna. Ma al di là del fatto che l'Inter sul campo non sia proprio in grado di rubare (altri avrebbero ottimizzato cotanto regalo), è chiaro che a condizionare il battitore sia stato il clima creatosi contro di lui da parte del gruppo dei suoi (ex?) tifosi (il resto dello stadio ha incoraggiato il giocatore con applausi). E chissà se qualcuno, dalla parte opposta del campo, non abbia accolto con gioia l'errore dagli undici metri del proprio bersaglio.
SEMPRE AVANTI, MA NON AL CENTRO - Al Cagliari va dato un grosso merito: aver impedito all'Inter di sfruttare le sue armi offensive migliori. Per lunghi tratti dalle partita, infatti, i nerazzurri hanno sì mantenuto il possesso palla ma lo hanno fatto senza colpo ferire, perché la manovra sfociava sistematicamente (e ottusamente) in un cross dalla fascia verso il branco di maglie bianche che attendevano il pallone dentro e toglievano luce a Icardi. Un leit motiv a cui De Boer non è riuscito a ovviare, diversificando il modo di affondare dei suoi. Così l'Inter ha semplificato il compito degli ospiti, che hanno guadagnato in fiducia al punto da permettersi il lusso di cercare anche di offendere. Su 25 cross nel solo primo tempo, Icardi non è riuscito a sfruttarne alcuno.
SEMPRE AVANTI, MA IN SENSO VIETATO - Succede che finalmente l'Inter riesca a non prendere per prima la sberla, ma a darla. Un evento, visti i 9 precedenti finora. Eppure non è che i nerazzurri non ci avessero provato, concedendo almeno due palle gol enormi ai sardi. Scampato il pericolo e timbrato il cartellino con Joao Mario, invece di andare incontro a una comoda vittoria addormentando il gioco la squadra si scioglie e inizia ad avere paura, come se viaggiasse a tutta velocità contro senso. E non sembra un caso che ciò avvenga nel periodo in cui Banega, per evidente stanchezza, abbandona il campo. Il timore è che la squadra, oltre a palesare un'autostima sotto i tacchi che la porta a soffrire la pressione, sia già dipendente dal Tanguito. E se lui non ce la fa, sono guai per tutti.
SEMPRE AVANTI, PER FORZA - Adesso la classifica è inguardabile per una squadra che ambisce al podio di questo campionato e alla luce degli avversari affrontati finora, ampiamente alla portata. L'occasione di avvicinare il secondo posto era ghiottissima, sarebbe stato sufficiente rimanere concentrati per 90 minuti ma oggi questa Inter non ne è assolutamente in grado. Troppe le conflittualità e le incongruenze interne a un gruppo che, sulla carta, vale persino il secondo posto. Ma la carta è ben diversa dal campo. Non resta che pensare già al prossimo impegno, in Europa League contro il Southampton: un altro risultato negativo costerebbe una virtuale eliminazione dalla competizione. Pioggia sul bagnato...
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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