Spesso le cose della vita passano in silenzio, fatti e cose. Talvolta invece, qualcuno vorrebbe far rumore, per farsi notare. Ho appena letto ciò che ha detto Thiago Motta da Parigi. E francamente, me lo aspettavo. Il caro Thiago ha finalmente realizzato il "sogno" della sua vita di calciatore: andare al PSG. Varcando le Alpi, è andato a vivere nella Parigi costruita sull'ansa della Senna, nella Paris dei boulevards. In quella città che è di certo una della prime al mondo in cui vivere. In quella città potenza economica, in quella città che risulta essere la più visitata dai turisti in tutta Europa. Che bel passo hai fatto. Goditi Parigi, caro il nostro Thiago. Finalmente hai realizzato il tuo "sogno".

Goditi anche la Ligue 1, il suo calcio tutto tecnica. Hai ancora tempo per quel che abbiamo visto per trottare indisturbato fra l'erba verde del Parco dei Principi. Ma si, poi quando hai visto andar via Eto'o hai capito che il ciclo dell'Inter era finito. Ed allora "ho deciso di andar via anche io". Certo, come i grandi. E tu siccome ti sei sentito fra i grandi, hai spinto Moratti perchè ti lasciasse andare a Paris. Ma si, in fondo abbiamo perso un intelligente centrocampista, un uomo d'ordine. Nulla da dire. Abbiamo perso anche un uomo di carattere. certo che si. Me lo ricordo bene, il tuo carattere combattivo, di cui hai fatto sfoggio tante volte. Come faccio a dimenticare qualla infuocata notte del Camp Nou, in cui hai messo in mostra il tuo ardore battagliero, lasciandoci in dieci per più di un'ora, a combattere strenuamente contro i ragazzi del Barcellona, che disperati tentavano di ribaltare il risultato dell'andata. Salvo scontrarsi frontalmente con gli altri dieci tuoi ex compagni di squadra.

Tu negli spogliatoi, loro a lottare in campo. Meno male, la storia recente dell'Inter avrebbe potuto essere diversa. Ma almeno così ce la siamo sudata e sofferta. E infine goduta. Vorrei solo dirti di lasciar stare Eto'o, lì caro Thiago siamo su altre dimensioni, lì neanche il tuo carattere arriva. Nessuno uomo può giudicare l'operato di un altro. Ed io, primo fra tutti, rispetto la tua scelta. Ma stai tranquillo che non mi strappo le vesti. Ci mancherà il tuo talento? Vedremo, non so. Magari ne arriverà uno migliore, chissà.

Sappi però che se volevi far rumore con questa tua ultima recente dichiarazione  è stato un rumorino, non certo come quello che facevano i poveri schiavi africani in tempi passati nella Colombia coloniale, quando lavorando nelle piantagioni facevano kumbè, appunto rumore. Goditi la tua Parigi che val sempre bene una messa. In fondo potrai star bene lì, ovvio. Patria est ubicumque est bene, disse Cicerone riportando il tutto da Pacuvio, poeta e drammaturgo romani vissuto duecento anni a.C. Nel tuo caso, non certo patria, ma terra dove vivere e giocare. Poi c'è sempre tempo per incontrarsi in Europa prima o poi. Sempre che non svanisca di colpo il tuo nuovo sogno.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mar 21 febbraio 2012 alle 14:00
Autore: Pasquale Guaglianone
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