Non lo confesseranno mai, ma gli ultimi sono stati davvero giorni idealmente trafelati per chiropratici specializzati e "tiraossi" generici di simpatie milaniste. O, meglio, giorni pieni di genuina apprensione nonostante la partenza dei dirimpettai per la tournée negli USA sia avvenuta già venerdì 21. In barba alla calura estiva ed alle altre "bizze" di un clima ormai snaturato, quei loro tifosi avrebbero voluto accorrere in massa al capezzale dei rossoneri per sincerarsi delle effettive condizioni di salute della costruenda squadra di Mastro Pioli da Parma. "Giustamente" allarmati da ciò che era stato proferito da un (sedicente) giornalista sportivo dell'HD di Cologno Monzese giusto nell'apertura del TG di Sportmediaset dello scorso sabato 22. Senza omettere di vaticinarne le magnifiche sorti e progressive nell'introduzione di un servizio dedicato al mirabolante mercato rossonero col titolo "Milan, i colpi sono già 7", costui aveva argomentato che la società meneghina si fosse "(...) convinta a cambiare; però, attenzione: tenendo in piedi la struttura portante del vecchio progetto, a cominciare dall'allenatore ovviamente, ma anche dalla SPINA DORSALE della squadra". E fin qui il discorso reggeva.

Ma, appena il giornalista ha cominciato ad elencarne i componenti, è riuscito a citare, rimanendo serio: "Maignan in porta, Tomori centrale difensivo, Theo Hernandez e Leao in FASCIA SINISTRA". Facendo dunque cascare le braccia e rotolare gli attributi agli ascoltatori neutrali più attenti, pronti a formulare questa insindacabile deduzione: ma se questa è la decantata colonna vertebrale dei rossoneri, beh, come minimo, deve essere affetta da SCOLIOSI LOMBARE SX... Non foss'altro che per l'impropria citazione dei "mancini" Theo e Leao al posto dei convenzionali centrocampista centrale e prima punta... Certi arditi di Cologno Monzese devono aver battezzato una nuova categoria dello spirito. E, per non sentirsi da meno di Benedetto Croce, ai suoi 4 capisaldi dell'estetica, della logica, dell'economia e dell'etica avranno forse voluto aggiungere la variante dei decantatori dei rossoneri: ma di quelli a prescindere... Infatti, a dispetto delle più elementari nozioni di anatomia umana, si dimostrerebbero inclini a soprassedere di fronte a questa (supposta) devianza laterale della spina dorsale milanista. Del tutto noncuranti che l""ignaro" Pioli si potesse eventualmente preoccupare circa l'urgente necessità di un qualche correttore ortopedico (tipo un busto), idoneo per drizzare il rachide alla sua creatura. Con i loro appositi tifosi - quelli citati all'inizio - che sarebbero accorsi volentieri per fornire il loro disinteressato contributo "sanitario" alla causa rossonera...

Ma per fortuna di tutti non ci sarà bisogno di curare la colonna vertebrale rossonera. Non appena si è avuta contezza della mera dabbenaggine narrativa ascrivibile a quel giornalista. Del quale, per preservarne l'insaputa(?) sciatteria, non si citano volutamente le generalità. Si può, anzi si deve piuttosto aggiornarne il curriculum professionale. Giusto alla luce di altre sue imperdonabili pecche o "cadute di stile" (eufemismo!) capitate in precedenti occasioni. Tipo quella volta (circa 3 anni fa) che questo soggetto fu tirato in ballo per un suo servizio a Sportmediaset nel quale aveva alimentato dei sospetti sulla reputazione di un giocatore laziale nella vicenda dell'indagine sui tamponi. Salvo poi, di fronte all'imbestialita "sollevazione" social dello stesso, rimangiarsi tutto all'istante come il peggiore dei pennivendoli. Ma l'episodio della sua carriera giornalistica che aveva mandato letteralmente fuori dai gangheri il sottoscritto risale a qualche anno prima ed è, di sicuro, sconosciuto ai più. Ne fui testimone (televisivo) diretto - in quanto allora abbonato - all'epoca in cui Mediaset deteneva, attraverso Premium Sport, i diritti della Serie A per il DTT, ossia per il digitale terrestre. Costui fu colto spudoratamente in fallo durante un FUORI ONDA nell'anteprima della sua telecronaca di un Empoli-Inter. Ebbene, ne ricordò due episodi balistici "storici", di esito opposto per i nerazzurri: il famoso gol di Recoba da centrocampo che valse il pareggio ai milanesi in Empoli-Inter 1-1 della stagione 1997-98 e l'altrettanto clamorosa "prodezza" di Materazzi (ma consumata verso la propria porta...) con un autogol al 91° che costò, invece, la sconfitta ai nerazzurri nel campionato 2005-06. Costui, ignaro di essere in diretta, si abbandonò ad una grassa risata mettendo a confronto le "finalizzazioni azzardate" dai 2 interisti (con conseguenze antitetiche sul tabellino...) e chiedendo poi - non si sa a chi - di stilarne una sorta di denigratoria classifica. Del tipo, più o meno: "Quale delle 2 piacerà di più?" E giù a sghignazzarci sopra di gusto... Poi non ricordo altro di quell'episodio così professionalmente dequalificante, se non il colorito della faccia del soggetto che - una volta resosi conto di averla fatta fuori dal vaso - per la VERGOGNA sopraggiunta, passò rapidamente dal rosso al viola... Ora, a prescindere dalle eventuali conseguenze disciplinari patite all'epoca da quel giornalista, non riesco a trarne la morale: a proposito delle suddette categorie dello spirito...

Piuttosto - e non so dire perché - mi viene in mente la probabile "svolta" professionale abbastanza recente di un collega piemontese di costui. Lui sì menzionabile, Simone Cerrano - del quale si erano apprezzati i precedenti servizi giornalistici - ma "trasferito" dalla redazione sportiva di Mediaset per essere mandato a seguire la cronaca giudiziaria per tutte le reti dell'ex Fininvest. Potrebbe pure essere stata una richiesta specifica del Cerrano se non financo una promozione dello stesso (come Vice capo servizio?). Anche se al sottoscritto piace piuttosto pensare che l'eventuale diverso trattamento "subìto" sia stato soltanto il frutto di una disuguale "dotazione": quella di avere o meno qualche santo in paradiso. Magari mi sbaglierò, ma...

Orlando Pan

Sezione: Calci & Parole / Data: Dom 30 luglio 2023 alle 23:31
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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