Mi piace pensare che dal Foro Italico al più recondito buco peninsulare ora sarà tutto un florilegio di sberleffi di chiara matrice nerazzurra all'indirizzo dei dirimpettai di Naviglio. E quello più "originale", se non il più centrato di tutti - del quale non ci sarebbe da stupirsi se fosse uscito proprio dalla bocca del tennista Fognini, di dichiarate simpatie nerazzurre nonché "dialetticamente" sempre ispirato - non potrebbe che essere il seguente: "And the Sinner is...", giusto per perculare, ma elegantemente, il collega sudtirolese schierato, invece, sulla sponda opposta di tifo meneghino. Riavvolgendo, però, un attimo il nastro, occorre evidenziare come le sventure (altrui) non siano arrivate da sole...
Ecco perché - dopo il 1° tracollo rossonero in CL maturato lo scorso mercoledì, a cui aveva subito fatto seguito anche la colata a picco in campionato nello stadio omonimo degli spezzini - ieri sera è stato solo confermato che Istanbul non fosse proprio una meta copetera per tutti. Non l'avevano capito per primi certi scolaretti delle primarie rossonere, evidentemente indottrinati da cattivi maestri circa una fuorviante regola ortografica nostrana. Tanto per esemplificare, giusto quella secondo cui la lettera 'n', davanti alla 'p' ed alla 'b', si trasformi sempre in 'm'. Regola sulla quale solo un toponimo "foresto" - dai rivali forse sottovalutato o misconusciuto - si poteva permettere di seminare dubbi se non, meglio, di affiancarvisi come eccezione. Ed IstaNBul, modestamente, la nacque... Se poi ad incompleti insegnamenti ha fatto seguito, in un certo qual modo, anche l'ostinato errore ortografico dei rossoneri - che hanno evidentemente continuato a scriverlo con la lettera 'm' (di Milan?) - era chiaro come il sole che venisse meno il requisito minimo di "dignità" per raggiungere quell'ambita destinazione. Si sfotte, dái!
In ogni caso, tornando alla realtà, non si sentiva affatto il bisogno che qualcuno farcisse una certa torta televisiva anche con un'indigesta ciliegina: anzi con un canestro pieno zeppo... Attraverso quelle grottesche cornici concentriche fornite da taluni operatori dell'informazione - confermatisi spudoratamente di parte - che abitano ben note stanze similmonzesi... Costoro avevano infatti continuato a menarla - almeno fino alla vigilia della semifinale d'andata del derby europeo - con la solita solfa della "genetica copetera" dei rossoneri, del loro "DNA da Champions", dell'innato "habitat continentale" milanista e con altre fregnacce sulla stessa falsariga salivare. Epiteti adulatori ai quali si erano poi aggiunte - fra le tante e con effetti rivelatisi altrettanto controproducenti - le esternazioni di un ex allenatore rossonero. Come quell'Ancelotti che, nonostante il suo status di tecnico navigato e dalla dialettica solitamente accorta, era scivolato sulla classica buccia di banana di augurarsi di incontrare proprio il Milan ad Istanbul. "Giusto" lui, giovanile cuore nerazzurro, salvo poi la carriera portarlo a "sub-cedere" anima e corpo al Diavolo ed affini, manco fossero alienabili come dei diritti televisivi... Ieri si è visto poi che la ritorsione del campo sul tecnico di Reggiolo è risultata financo doppia...
Sulle dichiarazioni invece a lingua altrettanto sciolta di un dirigente UEFA (in qualità di Direttore Area Professionale da più di un biennio, fonte Transfermarkt), nonché ex milanista - tal Zvonimir Boban - viene solo da stendere il più pietoso dei veli. Ma tanto che cosa ci si sarebbe potuto aspettare da uno dei numerosi ex dipendenti di un datore di lavoro che ha "edificato" un impero economico anche grazie ad un abnorne e sempre impunito conflitto di interessi? Continuando più o meno sulla stessa falsariga, com'era poi quell'altro vaticinio di Spalletti? Ah, già: il tecnico (ancora?) partenopeo aveva formulato l'auspicio - in tempi non sospetti - di poter sorseggiare un caffè turco in compagnia di Pep Guardiola. Vabbé, ora dovrà appagare quel diletto ripiegando sul frastornato Pioli come compagno di merende pardon, come collega di bevute calde ed aromatizzate...
Insomma: IstaNBul (con la 'n' davanti alla 'b') e Milan si sono ri-confermati come il più stereotipato degli ossimori, alla stessa stregua chessó, di "ghiaccio bollente", di "pompiere piromane", di "stabilizzatore destabilizzante", ecc. Quei 2 fattori calcistici proprio non sono fatti l'uno per l'altro! Non esiste infatti che un incubo del passato - come quello ivi vissuto dai rossoneri nella finale di CL del 2005 contro il Liverpool, funestato da una rimontona degli inglesi ai rigori dopo essere stati sotto 0-3 alla fine del 1° tempo - si potesse trasformare tout court in un sogno. Al massimo in una "vendetta", ma da consumarsi rigorosamente altrove, come in effetti capitò al Milan ad Atene nel 2007 e sempre contro i Reds di Rafa Benitez. Ma poi, dopotutto, sarà mica colpa dell'Inter se Istanbul è famosa proprio per la sua Moschea (Nero)blù o per sorgere limitrofa al Mar Nero(azzurro)!? Od ancora per aver annoverato tra le sue fila un goleador della nazionale turca distintosi per la sua nobiltà d'animo e per l'integrità degli ideali? Un classico "fratello del mondo" come quell'Hakan Şükür noto appunto per le sue trascorse prese di posizione temerarie contro il regime di Erdogan, adottate fino a costringerlo a dimettersi da parlamentare dell'iniziale e comune partito (l'AKP) e, più di recente, addirittura all'espatrio. Ma non divaghiamo troppo, ché urge da commentare ben altro.
Ora infatti che tutto sta per compiersi - mancando solo l'ultimo giro di giostra sulle "montagne russe" della cosiddetta Asia Minore, dunque più ottomane che ottovolanti... - è venuta meno anche l'ultima bava (di ragno) pardon, l'ultima parvenza di freno inibitorio. In groppa al destriero del tifo contro più sfrenato - chè la sobria rivalità cittadina sarebbe, mai come ora, solo roba da educande o per seminaristi - era inevitabile che l'accesso dell'Inter in finale di CL potesse dare libero sfogo ad un piccolo tsunami di sarcasmo nerazzurro "distillato" appositamente dal sottoscritto. Meglio ribadirle queste perle di smodata parzialità: la "genetica copetera", il "DNA da Champions" l'"habitat europeo" ed altre frescacce rossonere. Negli anni, se ne erano ascoltate e lette tante di adulazioni mediatiche all'indirizzo del Milan. Alla faccia degli evidenti e già citati conflitti di interessi e dell'onestà intellettuale. E quelle summenzionate sono state solo le ultime in ordine di tempo, risultando persino più appiccicose del solito. Ma i tanti colpi di lingua (con apposite passate di andata e ritorno) fuoriusciti dalle cavità orali di certi operatori padani - già l'indomani del superamento dei quarti contro il Napoli da parte del Milan - avevano generato degli accumuli salivari davvero spropositati.
Ed ora che l'Inter è riuscita a spezzare "brutalmente" il tanto decantato filamento del DNA europeo dei dirimpettai, non può che incombere almeno un paio di domande. Tipo:
1) in quale bidone dell'immondizia - se non, forse, in quello dell'umido e con licenza buffoniana scrivendo - verranno conferite tutte quelle molecole di umetto secrete in eccesso? Almeno che - con un agile balzo di ugola - le "sorti magnifiche e progressive" del Monza di Palladino non esercitino già ora un irrefrenabile richiamo per nuove superfici anatomiche da "levigare" (mi si perdoni l'immagine goliardica...). Per avere lumi su modalità alternative di smaltimento, gli improvvisati operatori ecologici potrebbero financo rivolgersi agli eventuali eredi di un ex generale del regio esercito, il tristemente famoso, in loco, BAVA Beccaris. Con quell'identità così consona per disperdere "umetti" (con la "u") ed umani, questi ultimi nel senso, però, di rivoltosi: anche se poi la storia dei moti di Milano di quel lontano 1898 ha raccontato ben di peggio sul conto di quel militare...;
2) ma soprattutto viene da chiedersi come riusciranno gli stessi operatori mediatici a non confondere l'acido lattico - quello che di sicuro faranno venire alle ginocchia dei tifosi rossoneri per l'attesa di una certa ribalta europea che ora non potrà che prolungarsi - con una sostanza "sorella", il cotanto acido desossiribonucleico (DNA) pallonaro? Abituati com'erano ad attribuirne ai loro idoli una dotazione in vita eterna, amen? Lasciamoli dunque "bollire" nel loro brodo primordiale fatto di supponenza e tracotanza mediatica. Quella stessa hybris che non sarà stata magari sfacciata come quella del mitologico Prometeo anche se altri osservatori - forse per la prima volta in assoluto - non avevano mancato di evidenziarla. Ognuno a modo proprio, ma dovrebbero essere bastati certi commenti di Capello, Caressa e Lippi sulla "storia del Milan" per certificare che una certa misura era stata proprio colmata: nel senso di saturazione mediatica a favore dei rossoneri, beninteso!
P.S.: onde evitare spiacevoli equivoci storici, giova ricordare che Prometeo non è stato un antesignano greco fautore delle previsioni del tempo... Ma si può invece accostare senz'altro al simbolo rossonero del diavolo avendo il primo, secondo la mitologia greca, rubato il fuoco sacro agli dei...
Orlando Pan
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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