Uno Schalke 04 molto organizzato e, soprattutto, molto cinico, spegne sin da subito i sogni di rimonta di un’Inter poco concentrata e soprattutto mai realmente pericolosa. E’ la vittoria del tecnico Ralph Rangnick che, dopo la grande prestazione dell’andata, si ripete anche a Gelsenkirchen, schierando una squadra molto accorta e coperta, chiudendo bene la furia iniziale dei nerazzurri, una furia che non si è mai vista in maniera decisa. Leonardo sconfessa la formazione vincente e coperta di sabato col Chievo, lasciando fuori Esteban Cambiasso e mettendo dentro Thiago Motta, che avrebbe dovuto favorire le rapide verticalizzazioni verso Milito, chiuso però molto bene da Metzelder e Höwedes. Eto’o. largo sulla sinistra, sistematicamente raddoppiato e triplicato da Uchida, Papadopulos e Baumjohann non è riuscito mai a sfondare con l’uno contro uno. Sneijder è apparso poco incisivo, nonostante il continuo movimento. Gli unici che ci hanno provato sono stati Stankovic e Nagatomo, i migliori per impegno e dedizione, specie il nipponico, che ha corso sino all’ultimo minuto. I tedeschi hanno suggellato un bel primo tempo col gol di Raùl che arriva in contropiede.

Con il risultato difficile da sistemare, per quel che concerne il discorso qualificazione, l’Inter ha cercato di onorare al meglio la partita, attaccando sin dal primo minuto della ripresa con un 4-2-3-1, con Pandev al posto di Stankovic. Il pareggio è l’ultimo acuto interista. La squadra si scontra contro un muro blu costituito dagli uomini di Rangnick, che quando ripartono si fanno pericolosi, sfruttando gli ampi spazi lasciati dalla difesa nerazzurra, che si fa infilare da Höwedes per la seconda volta, con il difensore tedesco che sfrutta lo spazio e si getta in avanti e colpisce, presentandosi solo davanti a Julio Cesar.

Sette gol in due gare di eliminazione diretta non sono un bottino di cui andare fieri. La difesa, autentico baluardo e base dei passati successi dello scorso anno, è stata presa continuamente d’assalto a causa di un atteggiamento molto offensivo e soprattutto mai organizzato. Leonardo dovrà lavorare tanto su questo aspetto. Si spera che questa brutta esperienza lo faccia crescere tanto come allenatore e come tattico.
 

Sezione: L'angolo tattico / Data: Gio 14 aprile 2011 alle 08:55
Autore: Alberto Casavecchia
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