"Ciao, sono un ragazzo di 22 anni e tifo Inter da quando le cose andavano male, parecchio male. "Tifare Inter vuol dire onore" - recita un coro che si eleva dalla Curva Nord - ed è proprio così. La cosa che ci differenzia dai supporters delle altre due squadre del Nord Italia è proprio questo: l' onore. Essere diventati interisti nel momento in cui le cose andavano male ha forgiato la passione vestendola di amore e proprio per questo noi tutti, ora, stiamo vivendo un momento Speciale. Speciale, esatto....come lui. Seguo Josè Mourinho da quando allenava il Porto. Lo farò ancora, augurando a Lui di vincere tutto meno che la Champions. Non tiferò Real Madrid ma per il suo entrenador perché è una società che disprezzo nonostante la miriade di trofei che ha in bacheca. La disprezzo, o meglio, non la condivido perché ha un atteggiamento supponente nei confronti del Sistema-calcio. Atteggiamento che potrebbe tranquillamente risparmiarsi, visto che l’ appeal da grandissima ce l’ ha ed il suo stemma ne è fiero testimone.
Non mi riferisco ai quasi 300 milioni spesi la scorsa estate senza l’ ombra di un Titulo, ma all’ atteggiamento spaccone che Florentino Perez e Jorge Valdano mettono in atto ogni qualvolta vogliono mostrare interesse verso i tesserati di altre società. Forti del fascino del nome credono che qualsiasi scorrettezza gli sia permessa, ed anziché rispettare i legami emotivo-contrattuali irrompono e destabilizzano. Convincono prima i giocatori a suon di promesse milionarie, poi lasciano che i malumori e le voci facciano il resto sapendo che nel calcio di oggi non c’è legame contrattuale che tenga. Ricordo la trattativa-Kakà quando il buon Perez contattò direttamente il padre Bosco Leite bypassando il Milan (che tanto avrebbe accettato qualsiasi tipo di offerta economica della seria “Le nostre stelle non si vendono”), oppure la trattativa-C. Ronaldo che mandò Sir Alex Ferguson su tutte le furie, ma anche altri esempi a cavallo del 2000 con Figo, Zidane e Ronaldo quello vero. Questa volta è toccato all’ Inter e, ahinoi, a lui; il migliore. Troppo allettanti le sirene madridiste, ma non mi riferisco ai milioni messi sul tavolo. Io credo alle lacrime di Josè, credo quando dice che l’ Inter sarà nel suo cuore per sempre così come sono convinto che il Real Madrid non lo sarà mai.
Semmai il Real entrerà nel suo Curriculum, ma mai nascerà quell’ empatia con ambiente-tifosi-società-giocatori come da noi.
Josè è un uomo di calcio troppo intelligente per non sapere in che situazione si è infilato. Lui sa di non avere più al fianco gente come Bernazzani, Baresi, Branca, Oriali, Butti, Filucchi, Paolillo e Moratti pronti a difenderlo/appoggiarlo/sostenerlo/condividerlo sempre e comunque. Là è la giungla, passatemi il termine. Una giungla d’oro, ma pur sempre una giungla. E lui lo sa. Lui sa che il Real Madrid è una società composta da azionisti che cambia presidente ogni 5 anni o poco più. Lui sa che il Real Madrid ed il Barcellona sono società di calcio che vengono gestite principalmente da personaggi che mirano ad assensi socio-politici, e proprio per questo tendono a fare il crack di business, popolarità e risultati sportivi finalizzati ad assensi extracalcistici. Lui sa che Jorge Valdano non lo appoggia e che non vede l’ ora che sbagli per saltargli al collo.
Lui sa che non può imporre a Raùl Gonzales Blanco lo stesso ruolo in rosa che Marco Materazzi ha umilmente accettato, ovvero quello di chioccia per i più giovani. Lui sa come è stato trattato Wesley Sneijder nell’ Estate 2009. Non dico tecnicamente, ma umanamente. E Mou sa quanto è importante per il suo lavoro il consenso per la persona ancor prima che per l’ incarico tecnico che il singolo individuo deve ricoprire. Lui sa che in Spagna non esistono i ritiri prima delle partite, cosa da cui lui non può prescindere. Lui sa che solo con la vittoria della Champions League riceverà il pieno assenso da parte della società, anzi potrebbe persino non bastare perché da quelle parti il must è vincere giocando bene. Ma per lui tutte queste sono sfide allettanti, ancor di più che far fare a Zanetti il record di presenze con la maglia dell’Inter, ancor di più che far arrivare Balotelli in nazionale, ancor di più che far sbocciare definitivamente Santon, ancor di più che far vincere il Pallone d’ Oro al Principe Milito, ancor di più che festeggiare tra le lacrime gli addii al calcio di Materazzi ed il Capitano tra qualche anno, ancor di più che far diventare Eto’o maratoneta a tutti gli effetti, ancor di più che far diventare l’Inter la squadra con più capitani di nazionali al mondo (Lucio, Chivu, Cordoba, Stankovic, Sneijder dopo il mondiale, Eto’o, Pandev e Zanetti se l’ Argentina avesse un allenatore), ancor di più che vincere il sesto scudetto consecutivo SUL CAMPO, ancor di più che mantenere intatto il suo personale record di imbattibilità in casa che dura dal 2002, ancor di più che raggiungere la seconda stella con l’ Inter, ancor di più che prolungare lo sfottò “zero tituli” a tutti coloro che non tifano nerazzurro…
Lui ha valutato tutto, ma è il miglior allenatore del mondo anche per questo. Sa dare il giusto valore alle emozioni, ma altrettanto lo sa dare alle ambizioni. Il suo obiettivo lo si sapeva da tempo, lui vuole che tra 10,20, 30, 50 anni la parola “Allenatore” sia sinonimo di “Josè Mourinho” e per far ciò gli serve almeno la vittoria del Campionato Spagnolo e semmai una Champions con la terza squadra differente. Ed il Real Madrid rappresenta la squadra giusta nel momento giusto. Eliminando il Barcellona in Semifinale quest’ anno con tanto di corsa mal interpretata sotto la porzione di stadio riservata ai tifosi interisti ha, di fatto,escluso un suo approdo sulla panchina del Barca per sempre. Per cui, data la volontà di completare lo Slam in suolo iberico, l’ unica possibilità è rappresentata dal Real Madrid vista anche l’ ormai accesa rivalità personale con il mondo blaugrana. Un matrimonio che non s’ aveva da fà, ma che pensandoci bene non fa una piega. Come già detto non è una questione di soldi, non è una questione di affetti, non è una questione di ambiente. Josè non se ne va per soldi come mi è parso di sentire. Josè Mourinho se ne va per ambizione. Non è un mercenario come si è detto.
Voglio invitare tutti al ragionamento. La vittoria della Champions ha portato nelle tasche della Società un tesoro stimato attorno ai 60/70 milioni di Euro che potrebbero lievitare fino a 100 in caso di ottenimento della Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale con annesso il discorso-sponsor che inevitabilmente porterà nelle casse ulteriori introiti.
Per cui, dati i numeri, secondo voi Moratti non ha proposto a Mourinho un super aumento di ingaggio per la prossima stagione? Ovviamente sì, per un’ ultima stagione con lo scopo di provare a vincere i trofei extracontinentali e poi “ciao, grazie ed arrivederci” e sotto con un altro allenatore, magari quel Guardiola che più di una volta ha strizzato l’ occhio al Presidente Moratti. Moratti ha speso per anni e anni milioni di Euro in allenatori, spesso e volentieri addirittura due o tre contemporaneamente… ed ora che ha trovato quello più vincente, più bravo, più giusto e più amato se lo fa scappare per pochi milioni in più (visto che Mou al Real percepirà “solo” 2 milioni in più a stagione)? Ma lo Special non ha accettato, perché la sua ambizone non glielo ha permesso, la sua fame non glielo ha permesso, il suo Curriculum non glielo ha permesso… nel bene e nel male. Per lui vincere la Supercoppa Europea, il Mondiale per Club ed il sesto scudetto consecutivo con l’ Inter avrebbe meno prestigio che vincere la Liga spagnola con il Real Madrid.
Fa male pensarlo con lo stemma del Real sulla giacca, fa male immaginare la sua celebre espressione “zero tituli” tradotta in “cero títulos”, fa male immaginare le spettacolari conferenze stampa purtroppo in spagnolo, fa male pensarlo mentre esulta con Rui Faria, Silvino e Josè Ferreira De Morais dopo un gol di Higuain, fa male rendersi conto che quando baciò il nostro stemma era solo una dimostrazione di affetto a scadenza, fa male pensare che in conferenza stampa dirà che Casillas è il miglior portiere del mondo perchè i suoi giocatori sono i migliori del mondo, fa male pensare che anziché ad Appiano sarà alla Ciudad Deportiva, fa male pensare che per lui l’ Estadio Santiago Bernabeu sarà lo stadio delle partite in casa anziché lo stadio della storica impresa, fa male pensare che non avrà più un Oriali ed un Moratti da abbracciare ma che sarà soltanto il prossimo allenatore esonerato da Florentino Perez…ma questo sarà , e lui lo sa. Quando l’ ambizione asciuga le lacrime".
Cristian
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