"Gent.ma Redazione,
contro la modesta Juve un’altra occasione persa per l’incapacità di chiudere la partita e conquistare i tre punti e così la nostra Inter ha rallentato di nuovo nella rincorsa alla vetta della classifica. A ciò si aggiungano le carenze strutturali nell’organico, soprattutto nella linea mediana dove il combattivo ed inesauribile Barella, seppur monumentale, da solo non riesce a colmare tutte le lacune. Sistemato il bilancio e coperte in parte le perdite con il sacrificio di Hakimi e Lukaku per imposizione della proprietà cinese, nel mercato di gennaio la società dovrà intervenire per rinforzare l’organico con elementi in grado di garantire un ulteriore salto di qualità necessario per la riconferma al vertice nella competizione nazionale. L’assenza di Eriksen sta pesando tanto e così urge una mezzala dotata di ottima tecnica, con spiccata attitudine negli inserimenti offensivi e con capacità realizzativa come Luis Alberto. Inoltre, bisogna colmare quel vuoto lasciato in cabina di regia da Cambiasso che negli anni è stato sostituito da interpreti non all’altezza del compito! Al riguardo, la memoria va alla stagione ’92-’93 quando, proprio nel mercato di riparazione, il presidentissimo Ernesto Pellegrini, appassionato, generoso quanto molto competente, acquistò dall’Udinese il centrocampista Antonio Manicone che prese subito le redini del centrocampo dell’Inter. Piazzato davanti alla difesa, si rese sia indispensabile nella fase d’interdizione e di recupero sia determinante nella costruzione del gioco con le sue perfette trame geometriche e nelle ripartenze con i suoi precisi lanci per la freccia Ruben Sosa che realizzò 20 reti in campionato. Fu un acquisto che cambiò il volto alla squadra del mister Bagnoli, diede la svolta e così ci fu un netto salto di qualità tant’è che quell’Inter con una lunga rincorsa sfiorò la conquista dello scudetto. Anche il reparto offensivo necessita di almeno un rinforzo e, qualora ci fosse realmente la possibilità di riportare Icardi ad Appiano Gentile, la società dovrebbe coglierla al volo! Icardi è un autentico puntero, realizzatore infallibile, il goal è nel suo DNA! Nonostante non fosse supportato da un centrocampo di qualità, per giunta privo di un fantasista e di esterni in grado di fornirgli assist, riusciva quasi sempre a capitalizzare quelle poche occasioni favorevoli che la squadra costruiva per lui ed infatti in maglia nerazzurra ha segnato 124 reti in 219 gare totali. Finora, con la maglia del PSG, ha realizzato 36 reti in 73 partite, la conferma che non ha smarrito la via della rete. L’età avanzata dell’ottimo DZeKo, che pure ha rimpiazzato egregiamente Lukaku, dovrebbe indurre la società a fiondarsi su Icardi che è ancora una garanzia! Inoltre, noi tifosi attendiamo fiduciosi l’inizio della raccolta dei fondi per l’azionariato popolare proposto dal Prof. Carlo Cottarelli. D’altronde, in più di cento mila abbia espresso la volontà di aderire a questo progetto che è la soluzione ideale in quanto assicura al club l’iniezione di capitale stabile sul quale non gravano interessi che invece la proprietà cinese deve corrispondere, assieme alla restituzione del prestito oneroso, ad Oaktree. C’è la consapevolezza, l’esito del sondaggio ne è stata la prova inconfutabile, che l’intervento, il coinvolgimento diretto di noi tifosi è indispensabile per dare solidità economica alla nostra Inter, conditio sine qua non per garantire un alto livello di competitività alla squadra di modo che raggiunga traguardi sempre più ambiziosi e conquisti sempre più trofei, anche in ambito europeo, in continuità con la storia gloriosa del club! Con l’impegno diretto di noi tifosi quali azionisti sarà fortemente radicato quel senso d’appartenenza in parte svanito dopo l’uscita di scena del presidentissimo Massimo Moratti e si porrà l’esigenza, già avvertita da tempo, di mettere alla guida del club un presidente che rappresenti la tradizione, sia percepito come il punto di riferimento, viva l’Inter nella sua quotidianità ed investa tanta passione per rinsaldare il legame tra la proprietà ed il popolo nerazzurro! Alla nostra Inter manca tanto una figura carismatica, un Pater Patriae (figura incarnata dai presidentissimi milanesi conte Giuseppe Visconti di Modrone, Carlo Masseroni, Angelo Moratti, Ivanoe Fraizzoli, Ernesto Pellegrini e Massimo Moratti). Eppure, per capire cosa sia realmente l’Inter, è opportuno richiamare alla memoria un passaggio fondamentale di un’intervista rilasciata negli anni ’60 dall’immenso Angelo Moratti: “Io vengo dal mondo dei tifosi, so cosa vogliono i tifosi, almeno credo di sapere cosa vogliono i tifosi ed ho cercato di accontentarli accontentando me stesso”. In queste parole è racchiusa l’essenza dell’Inter, cioè quella passione che accomuna il patron ed i tifosi, la simbiosi tra il patron ed i tifosi! Una proprietà straniera mai e poi mai potrà incarnare questa passione né tantomeno il senso d’appartenenza!".
Michele Calvo
"E anche questo "derby d'Italia" è andato in archivio. Polemiche? No... perché, al di là di cosa detti il regolamento in merito al calcio di rigore, non serve e, soprattutto, non porta a nulla ma, ed è questo il punto da attenzionare, un dato di fatto sembra ormai chiaro. La società, per i motivi ben noti, ha deciso di cedere due dei punti di forza (Hakimi e Lukaku) e Conte, "scaricato" senza provare a farlo desistere, ha deciso di non risposarne la causa. Cessioni che, nonostante l'ottimo operato di Marotta, hanno "indebolito" la squadra rendendola più vulnerabile e pur esprimendo spesso un bel calcio non basta. Adesso si è a -7 dalla coppia di testa (Napoli-Milan) e sembra che il campionato non prometta grandi cose ma, a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, potrebbe non essere così perché la squadra alla fin fine c'è e chi è davanti si può riagguantarlo a patto che il bravo Inzaghi, assieme a tutta la squadra, riesca a dare le giuste dritte come successe esattamente 50 anni orsono quando a guidare la panchina dell'Inter c'era lo "sconosciuto" Invernizzi, subentrato a Heriberto Herrera dopo il secco 3-0 patito la quinta giornata nel derby contro il Milan che sembrava aver preso il largo, con tutto che lasciava presagire a un duello Milan-Napoli ma, invece, non fu affatto così e i bauscia, grazie ad alcuni azzeccatissimi accorgimenti tattici di Invernizzi (due su tutti, Bedin e Jair, relegati in panchina dal paraguagio, vennero rimessi in campo), dopo aver perso la successiva domenica contro il Napoli, non conobbero più sconfitte rendendosi artefici di una strepitosa rimonta che permise di aggiudicarsi il più incredibile degli Scudetti... l'11°... AMALA...!!!".
Francesco Lacquaniti
contro la modesta Juve un’altra occasione persa per l’incapacità di chiudere la partita e conquistare i tre punti e così la nostra Inter ha rallentato di nuovo nella rincorsa alla vetta della classifica. A ciò si aggiungano le carenze strutturali nell’organico, soprattutto nella linea mediana dove il combattivo ed inesauribile Barella, seppur monumentale, da solo non riesce a colmare tutte le lacune. Sistemato il bilancio e coperte in parte le perdite con il sacrificio di Hakimi e Lukaku per imposizione della proprietà cinese, nel mercato di gennaio la società dovrà intervenire per rinforzare l’organico con elementi in grado di garantire un ulteriore salto di qualità necessario per la riconferma al vertice nella competizione nazionale. L’assenza di Eriksen sta pesando tanto e così urge una mezzala dotata di ottima tecnica, con spiccata attitudine negli inserimenti offensivi e con capacità realizzativa come Luis Alberto. Inoltre, bisogna colmare quel vuoto lasciato in cabina di regia da Cambiasso che negli anni è stato sostituito da interpreti non all’altezza del compito! Al riguardo, la memoria va alla stagione ’92-’93 quando, proprio nel mercato di riparazione, il presidentissimo Ernesto Pellegrini, appassionato, generoso quanto molto competente, acquistò dall’Udinese il centrocampista Antonio Manicone che prese subito le redini del centrocampo dell’Inter. Piazzato davanti alla difesa, si rese sia indispensabile nella fase d’interdizione e di recupero sia determinante nella costruzione del gioco con le sue perfette trame geometriche e nelle ripartenze con i suoi precisi lanci per la freccia Ruben Sosa che realizzò 20 reti in campionato. Fu un acquisto che cambiò il volto alla squadra del mister Bagnoli, diede la svolta e così ci fu un netto salto di qualità tant’è che quell’Inter con una lunga rincorsa sfiorò la conquista dello scudetto. Anche il reparto offensivo necessita di almeno un rinforzo e, qualora ci fosse realmente la possibilità di riportare Icardi ad Appiano Gentile, la società dovrebbe coglierla al volo! Icardi è un autentico puntero, realizzatore infallibile, il goal è nel suo DNA! Nonostante non fosse supportato da un centrocampo di qualità, per giunta privo di un fantasista e di esterni in grado di fornirgli assist, riusciva quasi sempre a capitalizzare quelle poche occasioni favorevoli che la squadra costruiva per lui ed infatti in maglia nerazzurra ha segnato 124 reti in 219 gare totali. Finora, con la maglia del PSG, ha realizzato 36 reti in 73 partite, la conferma che non ha smarrito la via della rete. L’età avanzata dell’ottimo DZeKo, che pure ha rimpiazzato egregiamente Lukaku, dovrebbe indurre la società a fiondarsi su Icardi che è ancora una garanzia! Inoltre, noi tifosi attendiamo fiduciosi l’inizio della raccolta dei fondi per l’azionariato popolare proposto dal Prof. Carlo Cottarelli. D’altronde, in più di cento mila abbia espresso la volontà di aderire a questo progetto che è la soluzione ideale in quanto assicura al club l’iniezione di capitale stabile sul quale non gravano interessi che invece la proprietà cinese deve corrispondere, assieme alla restituzione del prestito oneroso, ad Oaktree. C’è la consapevolezza, l’esito del sondaggio ne è stata la prova inconfutabile, che l’intervento, il coinvolgimento diretto di noi tifosi è indispensabile per dare solidità economica alla nostra Inter, conditio sine qua non per garantire un alto livello di competitività alla squadra di modo che raggiunga traguardi sempre più ambiziosi e conquisti sempre più trofei, anche in ambito europeo, in continuità con la storia gloriosa del club! Con l’impegno diretto di noi tifosi quali azionisti sarà fortemente radicato quel senso d’appartenenza in parte svanito dopo l’uscita di scena del presidentissimo Massimo Moratti e si porrà l’esigenza, già avvertita da tempo, di mettere alla guida del club un presidente che rappresenti la tradizione, sia percepito come il punto di riferimento, viva l’Inter nella sua quotidianità ed investa tanta passione per rinsaldare il legame tra la proprietà ed il popolo nerazzurro! Alla nostra Inter manca tanto una figura carismatica, un Pater Patriae (figura incarnata dai presidentissimi milanesi conte Giuseppe Visconti di Modrone, Carlo Masseroni, Angelo Moratti, Ivanoe Fraizzoli, Ernesto Pellegrini e Massimo Moratti). Eppure, per capire cosa sia realmente l’Inter, è opportuno richiamare alla memoria un passaggio fondamentale di un’intervista rilasciata negli anni ’60 dall’immenso Angelo Moratti: “Io vengo dal mondo dei tifosi, so cosa vogliono i tifosi, almeno credo di sapere cosa vogliono i tifosi ed ho cercato di accontentarli accontentando me stesso”. In queste parole è racchiusa l’essenza dell’Inter, cioè quella passione che accomuna il patron ed i tifosi, la simbiosi tra il patron ed i tifosi! Una proprietà straniera mai e poi mai potrà incarnare questa passione né tantomeno il senso d’appartenenza!".
Michele Calvo
"E anche questo "derby d'Italia" è andato in archivio. Polemiche? No... perché, al di là di cosa detti il regolamento in merito al calcio di rigore, non serve e, soprattutto, non porta a nulla ma, ed è questo il punto da attenzionare, un dato di fatto sembra ormai chiaro. La società, per i motivi ben noti, ha deciso di cedere due dei punti di forza (Hakimi e Lukaku) e Conte, "scaricato" senza provare a farlo desistere, ha deciso di non risposarne la causa. Cessioni che, nonostante l'ottimo operato di Marotta, hanno "indebolito" la squadra rendendola più vulnerabile e pur esprimendo spesso un bel calcio non basta. Adesso si è a -7 dalla coppia di testa (Napoli-Milan) e sembra che il campionato non prometta grandi cose ma, a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, potrebbe non essere così perché la squadra alla fin fine c'è e chi è davanti si può riagguantarlo a patto che il bravo Inzaghi, assieme a tutta la squadra, riesca a dare le giuste dritte come successe esattamente 50 anni orsono quando a guidare la panchina dell'Inter c'era lo "sconosciuto" Invernizzi, subentrato a Heriberto Herrera dopo il secco 3-0 patito la quinta giornata nel derby contro il Milan che sembrava aver preso il largo, con tutto che lasciava presagire a un duello Milan-Napoli ma, invece, non fu affatto così e i bauscia, grazie ad alcuni azzeccatissimi accorgimenti tattici di Invernizzi (due su tutti, Bedin e Jair, relegati in panchina dal paraguagio, vennero rimessi in campo), dopo aver perso la successiva domenica contro il Napoli, non conobbero più sconfitte rendendosi artefici di una strepitosa rimonta che permise di aggiudicarsi il più incredibile degli Scudetti... l'11°... AMALA...!!!".
Francesco Lacquaniti
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