"Nella congerie di opinioni relative alla difficilissima situazione in cui versa l’Inter, ho particolarmente condiviso le considerazioni di Javier Jacobelli (a tal proposito rimando agli articoli del direttore di Quotidiano.net: “Un errore esonerare Benitez” http://www.fcinternews.it/?action=read&idnotizia=31974; “Urge l’azione di Moratti, Rafa tradito da…” http://www.fcinternews.it/?action=read&idnotizia=32277; “Benitez va sostenuto. E il mercato…” http://www.fcinternews.it/?action=read&idnotizia=33510), le analisi di Gigi Simoni (“Calciatori colpevoli. Benitez il male minore”), le osservazioni di Alfredo Pedullà (“Moratti con Benitez sta esagerando”), il punto di vista di Arrigo Sacchi (Sacchi salva Benitez: É saggio. In lui fiducia totale http://www.fcinternews.it/?action=read&idnotizia=33604), il parere di due tifosi interisti, Alessandro (“Presidente, questo non è proprio il momento” http://www.fcinternews.it/?action=read&idnotizia=33536) e Luca (“In tutto ciò chi difende l’Inter?” http://www.fcinternews.it/?action=read&idnotizia=33534). La mia prospettiva di valutazione sui problemi che attanagliano la Beneamata converge con i giudizi espressi nei succitati articoli, a partire da una lettura non unilaterale delle cause della crisi-Inter.
Credo che una riflessione relativa alla delicata congiuntura in cui versa la squadra meneghina non possa prescindere da una considerazione che affronti almeno tre questioni: le responsabilità della società e in primis del presidente Moratti; il contributo offerto dall’organico nerazzurro in questo scorcio di stagione; l’analisi sull’operato di Rafa Benitez.
Moratti Relativamente al primo tema, credo che il Presidente abbia commesso molteplici errori, a cominciare da una campagna acquisti incentrata esclusivamente sulle cessioni. Se prendiamo in esame la rosa nerazzurra, appare lampante l’assenza di un attaccante capace di giocare sia da prima che da seconda punta, dal momento che né Arnautovic, né Balotelli sono stati sostituiti. L’acquisto di Coutinho e Biabiany non avrebbe certo potuto colmare le due partenze, in quanto i due giovani ricoprono ruoli differenti. Accanto all’infelice e immobile campagna acquisti -rimasta tale anche di fronte all’ingaggio di Ibrahimovic e Robinho da parte del Milan- il Presidente non ha mai sostenuto fino in fondo il tecnico spagnolo, anzi trovando in più circostanze l’occasione per critiche più o meno velate.
A costo di sembrare ferocemente severo nei confronti di un uomo che pur stimo profondamente, credo che in questi anni la gestione morattiana dell’Inter sia stata spesso contraddistinta da un inspiegabile, quanto pericoloso immobilismo. Provo a spiegarmi con un esempio che ritengo riassuma le mie perplessità sulla gestione dell’Inter. In un articolo del 26 novembre, comparso su FC Inter News (“Polemica Cambiasso-Mediaset: c’è un retroscena” http://www.fcinternews.it/?action=read&idnotizia=32664), il giornalista Gigi Moncalvo, interpellato sulla querelle Cambiasso-Mediaset, riportava un particolare, a dir poco inquietante, sulle modalità attraverso cui la testata sportiva “confeziona” taluni servizi giornalistici relativi all’Inter. Riporto il trafiletto in questione: “A Mediaset vogliono creare tensioni in casa Inter, sappiamo tutti con quale scopo inventano certe notizie. Anni fa quando giocava Ibrahimovic in nerazzurro ed ebbe un gesto violento in campionato con un avversario, dalla redazione di Mediaset mandarono una cassetta in formato anonimo alla Figc col filmato della discordia per far si che squalificassero lo svedese…”.
Di fronte ad una affermazione del genere, per altro mai smentita da Moncalvo, né contraddetta dalla redazione sportiva di Mediaset, mi sarei aspettato quantomeno una presa di posizione da parte della Società, invece alcunché è stato fatto. Ma anche volendo prescindere dalle dichiarazioni dell’ex direttore de “La Padania”, l’Inter avrebbe dovuto chiedere spiegazioni alla redazione di SportMediaset, chiedendo sulla base di quale fonte, essi potevano affermare che Cambiasso, in una telefonata con il Presidente Moratti, avrebbe invitato il massimo dirigente nerazzurro ad esonerare Benitez. In una siffatta situazione due sarebbero le ipotesi da avanzare: la notizia è completamente priva di fondamento oppure il telefono del presidente Moratti o quello di Cambiasso sono controllati da Mediaset. Lungi da me avanzare congetture così inquietanti, ma qualora si trattasse di un palese atto di sordida disinformazione, l’Inter avrebbe potuto ricorrere, quanto meno, ad una querela.
Quale il senso che intendo estrapolare da questa vicenda? Il presidente Moratti, nel corso di questa stagione, ha usato il mezzo della comunicazione con estrema leggerezza in alcuni casi (continue punzecchiature a Benitez e di contro nessuna critica nei riguardi dei giocatori) e in altri ha “scelto” la strada del mutismo o dell’immobilismo, dovendo, invece, tutelare l’immagine e la credibilità della Società.
Giocatori Sono dell’idea che gran parte dei risultati ampiamente insoddisfacenti dell’Inter siano dovuti al livello, spesso insufficiente, delle prestazioni dei Nostri calciatori. Taluni degli straordinari interpreti dell’anno del Triplete -penso a Maicon, Milito, Sneijder, Cambiasso, Pandev, J.Zanetti- nel corso di questi mesi si sono trasformati in autentiche controfigure, non incidendo sul cammino dell’Inter in campionato e Champions’ League. Nel valutare lo scarso rendimento di alcuni dei campioni nerazzurri, il timore che maggiormente attanaglia la mia mente è quello, non tanto di un appagamento dovuto alle vittorie della passata stagione, bensì di una sorta di tendenza inconscia che li porta a non accettare la leadership dell’allenatore. Provo a spiegarmi, mettendo in chiaro che si tratta di una semplice ipotesi di lettura. Credo che la mal celata insoddisfazione di Moratti nei confronti di Benitez e le continue critiche sul suo operato potrebbero aver delegittimato agli occhi dei giocatori il tecnico spagnolo, sempre meno in grado, perciò, di scuotere i suoi uomini in campo, nel tentativo di ottenere un inversione di tendenza della squadra sul piano del rendimento e dei risultati. Certo, se così fosse, ci sarebbe da preoccuparsi, ma nell’augurio di sbagliarmi, spero che gli artefici del destino interista in questa stagione comprendano la delicatezza del momento, mutando prontamente la perniciosa inerzia di questi mesi.
Benitez Il tecnico spagnolo ha indubbiamente delle colpe, ha commesso degli errori e talune sue scelte hanno spesso lasciato perplessi (mi riferisco alla scelta di puntare, almeno inizialmente, su di una difesa alta; lo snaturare le caratteristiche di alcuni giocatori, pur di puntare su di un determinato modulo; l’insistere su di un possesso palla, spesso, fine a sé stesso), ma il più delle volte mi è sembrato davvero isolato, mi è parso un uomo che non poteva contare sull’apporto e sul sostegno della dirigenza. Per quel che riguarda, ad esempio, il tema che frequentemente i media individuano come il suo peccato capitale, la preparazione, la distanza Benitez-Società mi è sembrata emblematica.
La numerosa serie di infortuni, secondo la vulgata comune, sarebbe schematicamente da addebitare al sig. Benitez e alla sua equipe, che male avrebbe gestito i carichi di lavoro non tenendo conto del logorio fisico e psicologico della passata stagione. Questa linea interpretativa può avere una sua solidità, ma se così fosse non si potrebbe certo, a parer mio, scagionare la società Inter dalle sue colpe. Mi spiego. Ammesso che Benitez e De Miguel abbiano puntato su di una prospettiva di preparazione principalmente incentrata sull’esercizio in palestra, allorquando avvenivano queste scelte, dov’era l’Inter? Non avrebbe forse dovuto monitorare la situazione? Non avrebbe potuto invertire la modalità d’allenamento, discutendone con il tecnico spagnolo?
La questione della preparazione atletica è più che mai un nodo cruciale nel calcio professionistico mondiale e perciò l’Inter potrebbe entrare, già nell’immediato, nell’ordine d’idea di organizzare una struttura ed un equipe di professionisti con il compito di curare, in linea autonoma dal settore tecnico e in collaborazione con esso, questa componente così delicata e fondamentale.
Si tratterebbe, in sostanza, di dar vita ad una struttura analoga a Milan Lab, che-rifuggendo dalle ridicole doti taumaturgiche che l’equipe medica milanista possederebbe al pari dei sovrani d’ancien regime nei confronti degli scrofolosi- avrebbe il compito di gestire tutta quella fase di preparazione e di tenuta fisico/atletica che al momento desta così tante preoccupazioni e incertezze.
Questa potrebbe essere una strada, accanto a tante altre differenti e altrettanto efficaci, da poter percorrere al fine di affrontare e risolvere IL PROBLEMA che sta impedendo all’Inter di esprimersi ai suoi livelli.
Spero che con alto senso di responsabilità Moratti, Branca, Ausilio, i giocatori e Benitez sappiano affrontare con il giusto piglio gli impegni della prossima settimana; ognuno dia il massimo e ritornando da Dubai, si intraprenda un cammino di dialogo e costante confronto tra le parti".
Carlo
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