Il Corriere della Sera ha intervistato Karl-Heinz Rummenigge, grande campione degli anni '70-'80 che i tifosi dell'Inter ricordano benissimo per il suo passaggio in nerazzurro dopo l'epopea vissuta con il Bayern Monaco. E proprio da quel cambio di maglia e dall'arrivo a Milano nel 1984 parte il tedesco per il suo racconto. "Oltre all’accoglienza speciale dei tifosi, la grande sorpresa è nata dai giornalisti che mi hanno applaudito al mio ingresso al ristorante con il presidente Pellegrini. È stata una decisione presa col cervello, avevo altre offerte da Italia e Spagna, ma ho scelto Milano soprattutto per il presidente dell’Inter: ne è nata un’amicizia molto profonda", dice.

Oggi Rummenigge è il Ceo del Bayern Monaco, che insieme agli altri club della Bundesliga ha già ripreso ad allenarsi. "Da una settimana abbiamo almeno il permesso di fare allenamento in piccoli gruppi di 4-5 giocatori, dopo le sessioni in teleconferenza che sono state utili per rimettere in forma i ragazzi: quando sono arrivati al centro sportivo e hanno interagito di persona, il loro umore è migliorato molto - dice -. I mini gruppi funzionano? Molto bene, perché come Lega abbiamo istituto una task force medica, che è in contatto quotidiano con la politica e controlla che tutto si svolga in modo regolare. Due volte a settimana vengono a fare il tampone ai calciatori. Altrove la situazione è molto più pesante che in Germania. Qui la situazione del virus non è controllata al 100% ovviamente, ma ho la sensazione che lo sia un po’ di più rispetto ad altri Paesi. Ognuno deve valutare la propria situazione e trovare soluzioni con la politica, che alla fine è quella che decide se e quando ricominciare".

Tra i punti di discussione che animano il calcio europeo c'è quello del taglio agli stipendi dei calciatori. "A nessuno piace perdere una parte del proprio stipendio, ma l’importante è capire che una situazione così, nel mondo, non è stata mai vissuta - dice ancora Rummenigge -. La solidarietà in questo momento è la cosa più importante, a tutti i livelli: tra i Paesi e tra le persone".

Altro nodo fondamentale da sciogliere, come concludere la stagione e quando poter impostare il calciomercato, che avrà sicuramente delle ripercussioni dopo questa emergenza. "Ciò che conta adesso è finire la stagione - dice ancora il Ceo dei bavaresi -. Una volta terminata abbiamo tutti la speranza che esca il sole, dopo una pioggia così grande. Credo che il mercato soffrirà, perché tutti quanti abbiamo speso sempre di più negli ultimi vent’anni, per i cartellini e i salari e questo sarà condizionato in modo abbastanza pesante. È il momento della liquidità. E chi ha liquidi sarà molto prudente. La Uefa ha dimostrato sensibilità, stabilendo che prima vanno finiti i tornei nazionali. E poi speriamo tutti che si possano terminare Champions e Europa League in modo accettabile, perché ci sono danni sportivi ed economici. Nessuno oggi può dire quando sarà conclusa la stagione, come viene condizionato il calcio, e tutta la nostra vita".

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Sezione: Rassegna / Data: Gio 16 aprile 2020 alle 09:48
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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