"Il Peppino prima di partite come queste dissimulava, le viveva senza apparente preoccupazione, lavorava pure la domenica. Non l’ho mai chiamato papà neppure a casa". Prisco era il Peppino pure per suo figlio Luigi, intervistato oggi da La Gazzetta dello Sport.

Fuori dai denti: peggio il Milan o la Juve?
"Fino al 1951 la vera rivalità era con i bianconeri. Poi da quello scudetto regalato al Milan la Juve è diventata meno fastidiosa".

Beh, non esageriamo...
"È che il milanista ce l’hai in casa, lo juventino no. Lo juventino che incontri a Milano ti parla con voce dimessa, quasi voglia scusarsi. Peppino diceva 'non c’è più cretino che un milanese juventino'".

Ora lo riconosciamo.
"Una volta allo stadio contro la Juve perse la bussola. Erano gli anni Ottanta. Aveva in tasca monetine, cominciò a tirarle ai dirigenti della Juve. E urlava 'volete pure queste?'".

C’era pure Boniperti?
"Sì, ma Peppino non ce la fece a resistere. Stimava Giampiero: lo sa che fu il primo a fargli gli auguri per gli 80 anni?».

Perché l’interista non potrebbe mai essere juventino?
"Prima parlo per me: mio padre mi ha nascosto l’esistenza delle altre squadre. Gli chiedevo del Milan, o dell’Atalanta, e lui rispondeva: 'Sono quelli che devono perdere con noi'. Praticamente, l’Inter come gli Harlem Globetrotters. In assoluto: la Juve per il suo tifo, diffuso tra gli operai meridionali delle fabbriche torinesi, era come i circenses degli Antichi Romani. Questi poveri cristi dovevano pur avere qualche soddisfazione...e le soddisfazioni dovevano essere garantite, così uomini chiave Juve venivano piazzati in posizioni di potere. L’Inter, invece, al potere è sempre stata allergica".

Qual è il campione che ha più amato suo padre?
"Meazza, nessuno come lui".

E lo juventino più stimato?
"A parte gli arbitri, dice?".

Sì, meglio.
"Ok, Meazza quando giocava nella Juve. E Boniperti, certo".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 23 ottobre 2021 alle 09:40
Autore: Stefano Bertocchi
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