Lunga intervista di Tuttosport a Cesare Prandelli, che spazia dai problemi della Nazionale fino alla lotta scudetto.

Dove va il calcio italiano? E’ d’accordo con Mancini? 
"Io ho detto le stesse cose otto anni fa. Andai a vedere la Supercoppa italiana: giocavano due italiani su 22. Troppo poco. Il problema è sempre lo stesso: pochi italiani giocano e fatichiamo a produrre giocatori di qualità. Noi abbiamo smesso di lavorare nella maniera giusta nei settori giovanili e la colpa è anche nostra. Se poi riempiamo i vivai di stranieri...". 

Ma la soluzione qual è? 
"Sono anni che proponiamo rimedi: Figc e Lega devono trovare un punto di incontro in un programma che porti il nostro calcio a pensare al futuro. I nostri settori giovanili devono ricominciare a lavorare sulla tecnica, come 30 anni fa. Permettetemi una provocazione: perché il prossimo presidente della Figc non abolisce le classifiche dei campionati giovanili? Solo addestramento tecnico. Certo, è una provocazione ma siamo troppo legati ai risultati. Il talento va aiutato a crescere. Le eccezioni sono Bernardeschi e Chiesa: hanno mantenuto le caratteristiche che avevano da bambini: saltano l’uomo e noi ne abbiamo estremamente bisogno. Abbiamo buoni giocatori, ci mancano i talenti. I due ragazzi che ho nominato hanno forza fisica, tecnica e abilità nell’uno contro uno. E arrivano dal settore giovanile della Fiorentina e non credo sia un caso: mi chiedo come mai negli altri vivai non ne escano altri. I numeri vanno sempre interpretati: se negli ultimi anni i primi dieci in Serie A nei dribbling sono quasi tutti stranieri, ci sarà un motivo". 

Eppure è un’estate in cui la Serie A rialza la testa con Cristiano Ronaldo. 
"Sì, l’avvento di CR7 ha ridato entusiasmo e la Juve sta riconfermando la sua forza, la potenza, la determinazione. Una garanzia assoluta da tutti i punti di vista. Ronaldo poi sta mettendo in difficoltà le altre squadre a livello psicologico. Molte si stanno rassegnando dopo appena quattro partite ed è la cosa più sbagliata da fare. Il campionato è lungo e la Champions toglierà energie a tutti". 

Chi è l’anti Juve, sempre il Napoli? 
"Tutte le squadre, Juve a parte, devono ancora trovare l’assetto e magari hanno qualche problemino: chi ha cambiato tanto, chi ha diversi giocatori reduci dal Mondiale. In confronto alle altre squadre, soprattutto in questa fase iniziale, mi sembra che il Napoli sia un gruppo molto unito, con Carlo Ancelotti che è una garanzia non solo dal punto di vista gestionale". 

L’Inter? 
"Anche Luciano Spalletti è una garanzia, però deve capire quali sono le difficoltà della squadra. Il mercato è stato di primo livello, a volte basta una sola partita giusta per far svoltare una stagione". 

Sezione: Rassegna / Data: Mar 18 settembre 2018 alle 11:13 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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