"Inutile tentare improbabili trasformazioni dell’ultimo minuto, vagheggiare la conquista del Camp Nou attraverso il bel gioco e il dominio. Domani sera a Barcellona l’Inter farà bene a giocare una partita di resistenza e di ripartenza, come nella primavera del 2010, quando l’allenatore era José Mourinho e sul campo ballava la qualificazione alla finale di Madrid". Lo scrive la Gazzetta dello Sport che rinforza il concetto: i nerazzurri devono badare al sodo, troppo importante non perdere domani sera.

"Ogni club ha la sua anima e lo spirito dell’Inter è più votato alla pratica che all’estetica. L’Inter troverà un ambiente inferocito per i presunti errori arbitrali dell’andata. Verrà caricata a testa bassa e con la ricercatezza del gioco di Xavi, una contraddizione soltanto apparente. Per semplificare: il Barça ci metterà testa e cuore. Non mancheranno gli spazi da riempire, nella sua vastità il Camp Nou si presta alle contro-fughe. Bisognerà aspettare l’onda giusta e cavalcarla fino in fondo", avvisa la rosea.

Uno sguardo anche alla porta nel ricordo di Eto'o. "Onana dovrà garantire gli interventi ordinari e quelle due-tre parate straordinarie inevitabili in nottate del genere. Se ci riuscirà, sarà di nuovo Camp Camerun come nel 2010, quando l’Inter tra Barcellona e Madrid, dove giocò la finale contro il Bayern, vinse la Champions, ultima squadra italiana a riuscirvi".

Sezione: Rassegna / Data: Mar 11 ottobre 2022 alle 09:10 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print