Anche la Gazzetta dello Sport, seguendo la linea tracciata dal Corriere della Sera, prova a spiegare le dinamiche interne del gruppo di Erick Thohir, definite in queste ore poco chiare prima dal quotidiano nazionale e poi, a ruota, un po' da tutti i media. Insomma, si sta scatenando un vero e proprio caso che, alla fine della fiera, potrebbe risolversi in una bolla di sapone. "E' chiaro che ricondurre l’Inter a un paradiso fiscale come le Cayman e scoprire che le quote delle holding di Erick Thohir sono in pegno a una società dagli investitori ignoti, beh tutto questo rappresenta un colpo all’immagine del club: per il mercato dei giocatori e per quello delle sponsorizzazioni, cioè le due leve fondamentali al progetto di rinascita nerazzurra", sottolinea la rosea. Secondo quanto risulta alla Gazzetta, "dalle visure iniziali sulla International Sports Capital emerge che quest’ultima era stata costituita dalla Padnall Enterprises Limited, anch’essa con sede a Hong Kong ma controllata da due “trust” basati alle Isole Vergini, Guarantee Management Limited e Lebaron Ltd. Isole Vergini, ossia un altro regno, come le Cayman, dove vigono riservatezza, anonimato e tassazione favorevole. Successivamente, e comunque prima di comprare l’Inter, le azioni della International Sports Capital sono state trasferite dalla Padnall alla Asian Sports Ventures". Questo il quadro. L'Inter ieri non ha commentato, ovviamente. Secondo la Gazzetta, i tifosi probabilmente sono indispettiti nel sapere che il presidente della propria squadra abbia concesso un prestito con l'interesse all'8%. Ma la stessa rosea spiega: "È possibile che si tratti di un prestito “rollover”: in base alle intese tra Thohir e Moratti, potrebbe consentire all’Inter di tenere in cassa la quota d’interesse, destinata a essere convertita in azioni per Thohir, con conseguente variazione delle proporzioni tra i due soci. Quindi l’indonesiano non lucrerebbe sul club ma avrebbe l’intenzione di capitalizzarlo e di aumentare la sua presa. Un particolare, tuttavia, non menzionato nel bilancio al 30 giugno 2014, che pure riporta quel prestito da 22,4 milioni specificando che «tale finanziamento matura interessi al tasso dell’8% annuo ed è rimborsabile entro il 29 maggio 2015». Può darsi che il “rollover” venga dettagliato nel prossimo bilancio, quando si darà conto del secondo prestito di Thohir, da circa 60 milioni, erogato di recente". Sarebbe questa la spiegazione logica dell'impalcatura finanziare costruita per sostenere FC Internazionale. E, come si legge, ambienti finanziari che hanno familiarità con le questioni interiste fanno notare che nella finanza globale è consuetudine degli uomini d’affari operanti su scala internazionale trovare sponde in paradisi fiscali che garantiscono, in maniera del tutto legale, di minimizzare le tasse. "La riprova starebbe nel fatto che quei due “trust” delle Isole Vergini furono costituiti molti anni fa (Lebaron nel 1989, Guarantee nel 1993), come se fosse una pratica abituale nella famiglia di ET", sottolinea Gazzetta.

Sezione: Rassegna / Data: Gio 28 maggio 2015 alle 09:41 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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