Dopo le carezze di De Boer, la Gazzetta dello Sport torna ad analizzare il momento di Geoffrey Kondogbia. "Geoffrey la scorsa stagione ha pagato, oltre all’ambientamento, anche un equivoco tattico che per certi versi si protrae tutt’ora - si lege -. Nel 4-2-3-1 del Monaco infatti aveva al fianco un regista puro, un metronomo come Toulalan, quindi lui poteva concentrarsi sull’interdizione e sulle ripartenze. Nell’Inter invece con Mancini si è mosso prima da interno in un centrocampo a tre e poi - come succede anche con Frank de Boer -, avendo al fianco un mastino come Medel. E non è al francese che puoi chiedere di impostare l’azione. Se poi a questo si aggiunge che in Francia il campionato è molto meno tattico ma anche più 'tollerante' di fronte a certi errori, ecco perché Geo non è ancora esploso. Cassa di risonanza forse unica al mondo, quello che però San Siro ti toglie prendendoti di mira se sbagli due gare in fila - chiedere a Ranocchia -, può anche restituirti se ti sblocchi e fai vedere chi sei. Kondo lo sa, così come è consapevole di essere allenato da un tecnico ideale per la sua crescita. In attesa di far ricredere anche il c.t. della Francia Deschamps, in questi dieci giorni di sosta per le nazionali Geoffrey ha lavorato al meglio. Sa che, a partire dalla gara di domenica contro il Cagliari, ogni momento è buono per invertire la rotta. Sino alla prossima pausa, in novembre, l’Inter giocherà ogni tre giorni".

Sezione: Rassegna / Data: Gio 13 ottobre 2016 alle 11:09 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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