I numeri promuovono a pieni voti il lavoro di Antonio Conte in questa prima parte di stagione. Non solo i 42 punti a sottolineare l'impatto incredibile del tecnico salentino: oggi la Gazzetta dello Sport sottolinea tutte le statistiche super positive registrate dall'Inter da agosto a dicembre.

Comanda la difesa - Le statistiche di Lega Serie A e Opta non mentono: l’Inter è una squadra che si difende bene, corre tanto, è precisa in attacco, divide oneri e onori nello spogliatoio. In soldoni, i nerazzurri comandano nelle voci difesa meno battuta, difesa con meno tiri subiti nello specchio, percentuale tiri fatti nello specchio, numero marcatori, numero assistmen, gol di testa, fuorigioco e chilometri percorsi. Il primo dato è un marchio di fabbrica di Conte: Antonio vince, e vince tanto, grazie alla difesa. Handanovic, stacanovista nerazzurro con 47 partite su 48 nell’anno solare, ha incassato solamente 14 gol, 2 in meno della Lazio e 3 in meno di Juve e Roma: in 7 occasioni ha tenuto la porta inviolata, arrivando così a 101 clean-sheet con i nerazzurri. Il merito non è solo di Handa, ma anche di chi gli sta davanti. Solo 57 tiri hanno centrato la porta dell’Inter (erano 83 con Spalletti l’anno scorso): anche se Godin non ha fatto vedere tutto il repertorio (e oggi c’è qualche dubbio sul suo futuro nerazzurro), De Vrij, Skriniar e compagnia sono stati essenziali nell’alzare il muro.

Tensione alta - Conte non può che essere contento: oggi finirà l’anno con un doppio allenamento, giusto per ricominciare subito con l’acceleratore premuto in vista della sfida del San Paolo contro il Napoli, la sera della Befana. Perché i numeri super si raggiungono più facilmente se la tensione resta sempre altissima. Un altro mantra di Antonio è il «noi prima dell’io»: beh, se guardiamo il numero dei marcatori e quello degli uomini assist, i nerazzurri hanno seguito alla lettera le parole del loro allenatore. Con tredici e tredici, l’Inter fa meglio di tutti, arrivando prima dell’Atalanta in entrambi i casi. Gasperini batte Conte alla voce gol fatti (43 a 36), anche se quest’anno i nerazzurri interisti sono i più precisi: il 54% dei loro tiri, infatti, centra la porta.

Gioco diverso - Prima anche nei gol di testa (già 7) come l’anno scorso, la capolista si è però trasformata nel modo di giocare. E qui, infatti, è netta la differenza rispetto alle prime 17 partite dello Spalletti II. La squadra di Luciano, che dopo lo stesso percorso aveva 33 punti ed era terza dopo Juve e Napoli, era la regina del possesso palla. Oggi l’Inter è sesta: i movimenti in orizzontale sono limitati, Conte vuole che si giochi sempre all’attacco. Anche per questo il numero dei fuorigioco si è impennato: dai 23 del dicembre 2018 si è passati ai 51 di adesso. Lukaku e Lautaro si trovano spesso al limite, può succedere che a volte vadano oltre. Sempre di corsa, ovviamente: d’altronde l’Inter è la squadra che fa più chilometri (un anno fa era quarta), con una media di quasi 112 a partita grazie pure al maratoneta Brozovic. 

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Sezione: Rassegna / Data: Mar 31 dicembre 2019 alle 09:36 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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