"Da giorni, incredulo e nauseato, mi interrogo sul perché il mondo del calcio non abbia compreso l’imminente catastrofe sanitaria. Sono stati tutti piccoli Boris Johnson, a Milano e a Nyon. Inspiegabile, incomprensibile, assurdo, ingiustificabile. Quando i numeri oramai crescevano in maniera spaventosa, c’erano ancora presidenti di Serie A che mettevano mano al calendario per trovare un pertugio per le porte aperte e per non perdere soldi. Drammatico, ma vero". Questa la durissima requisitoria di Matteo Marani su Tuttosport.

"La stessa cosa, anzi persino peggiore, l’ha mostrata la Uefa, in una manifestazione di cinismo di cui non si ricordano precedenti - attacca il giornalista -. Giovedì scorso, dunque tre giorni fa e non tre settimane fa, ha permesso a migliaia di tifosi di assistere dal vivo alla gara tra Rangers Glasgow e Bayer Leverkusen, con i tifosi di quest’ultima allegramente in viaggio per l’Europa a distribuire il virus ad altri popoli". Assurdo.

"L’unica spiegazione sta nel prima, nel passato, e non nel presente, nell’oggi. Da vent’anni il calcio, specie quello italiano, non è più guidato, bensì è trascinato in avanti dalle acque verso una prossima sosta, una nuova urgenza, che si rinnova di settimana in settimana, di necessità in necessità - sottolinea Marani -. Si vive alla giornata ogni giorno, senza programmazione né strategia. Ed era perciò inevitabile che alla prima emergenza reale, ahinoi grande e immane, il castello dovesse venire giù nello spettacolo immondo offerto dai presidenti. C’è quello che litiga con il vicino, c’è l’altro che in assemblea urla più di tutti e si sente il principe dei furbi. C’è quello che fa finanza creativa, comprando in Sudamerica, ci sono infine i tanti, diciamo pure tutti, che hanno nascosto le perdite dei club con un rigonfiamento irresponsabile delle plusvalenze. Sapete come mai i presidenti hanno spinto fino all’ultimo per mandare in campo i loro giocatori, malgrado il bisogno del contenimento? Semplice: perché hanno pochi mesi di autonomia finanziaria, questa è l’unica verità. Ma se la Lega ha avuto bisogno del governo per fermarsi, ribadisco tutta la disistima, persino superiore, nei confronti delle non scelte di Ceferin. Bisognava dire un’unica frase, e farlo già una settimana fa: «L’Europeo è rinviato, prima salviamo le persone e le vite». Il business non può precedere la saluta pubblica, i diritti tv non vengono davanti al destino degli Stati, allo stesso principio di Europa. Invece i dirigenti non l’hanno capito, offrendo uno spettacolo brutto, osceno".

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Sezione: Rassegna / Data: Dom 15 marzo 2020 alle 10:15 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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