Anche Antonio Cabrini parla alla Gazzetta dello Sport in vista di Juve-Inter di stasera.

Juve-Inter è a porte chiuse per davvero e probabilmente non è mai stata così strana: 90 minuti nel silenzio. Che pensa?
"In campo, cambia poco. Per il resto, che dire? È stata una decisione logica. Qui non si parla di calcio, di basket o di altro. Qui si parla della salute di un Paese e il calcio non è fuori dal sistema".

Viene in mente Juventus-Verona, Coppa Campioni 1985-86, giocata a porte chiuse. Che ricorda di quella sera?
"Ricordo lo smarrimento iniziale, entrare in un campo vuoto, senza il brusio dei tifosi. Era molto strano. Tutto però durò poco, pochi minuti".

Quindi che partita sarà?
"Una partita molto tirata. La Juve viene dalla sconfitta in Champions, l’Inter da un periodo con qualche passo falso. Equilibrata".

Ci dice un pregio di entrambe?
"L’Inter non molla mai. La Juve può e vuole crescere".

Provocazione: è più juventino Sarri o Conte?
"Conte per la vita che ha fatto in bianconero avrà sempre qualcosa dentro. Sono sicuro che certe cose non si dimenticano: basta guardarlo, è quasi scontato".

In che senso?
"Nel senso che esiste un dna bianconero e non si cancella. Chi resta tanti anni alla Juve – e Conte è rimasto tanto, sia da giocatore sia da allenatore – non lo perde. Il dna bianconero è così, non sai bene che cos’è ma sai di averlo dentro".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 08 marzo 2020 alle 10:31 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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