Nel calcio fratelli lo si diventa sul campo. E così fu per Alessandro Altobelli e Paolo Rossi, i gemelli diversi, separati alla nascita. "Furono gemelli del gol nella finale Mondiale del 1982" come scrive Tuttosport nell'introduzione dell'intervista esclusiva a Spillo, il giorno dei saluti a Pablito. "Lui aprì le marcature e io le chiusi in quella serata meravigliosa, dove il trionfo era come se fosse lì ad aspettarci. Un cammino esaltante. Iniziato tra i dubbi, le critiche, le paure. Si, anche quelle di Paolo, che pensava di non meritare tutta quella fiducia che gli stava dando il ct Enzo Bearzot, che sembrava disposto a farsi da parte. Ma il nostro commissario tecnico sapeva leggere dentro l'anima di noi giocatori, vedeva l'uomo al di là dell'attaccante. Ed era certo che Rossi sarebbe stato il nostro trascinatore. Come in effetti è stato. Con i suoi gol abbiamo alzato la Coppa e tutti noi italiani dovremo essergli grati per sempre". 

Per Bearzot la coppia titolare era Rossi-Graziani, Altobelli la riserva. Ma l'infortunio di Graziani fa subentrare Altobelli che entrando urlava:
"Dai Ciccio, non ti preoccupare, ora entro io. Dai, che adesso andiamo a far gol". 

Rossi-Altobelli diventò la coppia d'attacco titolare in finale
"La verità è che potevamo benissimo giocare insieme. Non è vero che essendo due prime punte non potevamo coesistere, anzi. A Paolo piaceva stare in area di rigore tramutando in oro anche i palloni sporchi, a me piaceva partire da sinistra per poi entrare in area".

Pablito sblocca al 12' della ripresa, Spillo mette il sigillo a 9' dalla fine dopo che Tardelli al 25’ aveva ipotecato la finalissima...
"Nella chat che da anni abbiamo su whatsapp noi dell' 82 era ormai da fine giugno che Paolo non scriveva più nulla. Preoccupatomi, un giorno chiamai Marco Tardelli che essendo in confidenza anche con la moglie telefonò per sapere se era tutto a posto. Federica decise giustamente di rispettare la privacy, il dolore e probabilmente anche per non farci preoccupare disse che c'erano dei problemi ma niente di grave. Qualcosa però avevamo intuito. Non era da lui stare così tanto senza scrivere. Anche perché in quella chat non è che ci diamo solo il buongiorno e la buonanotte, parliamo di tanti argomenti, commentiamo quello succede nel calcio e nel mondo ogni giorno. Quando l'altra mattina ho acceso il telefono e ho letto la terribile notizia mi si è gelato il sangue. In pochi giorni ho perso due amici veri, sinceri. Prima Diego Armando Maradona poi Paolo Rossi. E se su Diego c'è chi non ha mancato l'occasione per dire che fuori dal campo non era un campione, e a questi io rispondo che era la sua di vita e che ognuno guardi in casa propria dove non mancano certo gli scheletri nell'armadio, di Paolo tutti stanno raccontando la sua vita da persona irreprensibile, un uomo al quale piaceva stare con la gente, che aveva un sorriso per tutti, che trasmetteva una positività con la quale è più facile affrontare la vita e certe malattie che, come nel suo caso, non guardano proprio in faccia nessuno". 

Nel passato di Paolo Rossi e Alessandro Altobelli c'è anche un Brescia-Vicenza di Serie B del 10 ottobre 1976 finito 2-3 con doppietta di entrambi:
"In quella partita io feci due bei gol - racconta ancora Altobelli - ma lui fu decisivo facendo vincere la sua squadra che a fine stagione fu promossa in Serie A mentre noi ci salvammo soltanto all'ultima giornata. Era l'inizio dei nostri sogni, siamo partiti insieme, sbocciati insieme, con la gavetta della Serie B. Ritrovarci dopo pochi anni insieme in Nazionale è stato come il vedersi avverare un sogno. Mi mancherà tutto di Paolo, una persona dolce, buona, come devono essere gli amici veri".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 12 dicembre 2020 alle 10:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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