HANDANOVIC 6,5 – Chiamato alle grandi manovre nei  primi minuti, si fa trovare sempre attento. L’Inter controlla bene il vantaggio, ma quando il Catania prova l’affondo, i suoi riflessi sono puntuali.

CAMPAGNARO 7 – Quando arriva il momento del bisogno, pianta il piedone e toglie via ogni problema. Dalle sue parti si lotta costantemente, lui non tira mai la gamba indietro. E anche nell’impostare si trova a suo agio: da una sua palla recuperata si innesca la ripartenza da cui nasce il raddoppio. La novella più lieta di questa estate.

RANOCCHIA 6,5 – Specialista del lavoro oscuro, si disimpegna sempre con grande qualità e senza troppe appariscenze. Le azioni pericolose il Catania le deve operare girandogli un po’ al largo.

JUAN JESUS 5,5 – Non sembra essere una gran serata per il brasiliano, troppo in sofferenza di fronte alla vivacità di tutti e tre gli avanti etnei. Denuncia a tratti un grande nervosismo, e anche Mazzarri ne risente. Quando il Catania toglie il piede dall’acceleratore, le cose per lui migliorano.

JONATHAN 6,5 – Il brasiliano è proprio un altro, fino a pochi mesi fa forse abbiamo visto in campo il suo fratello gemello meno dotato: potenza e dinamismo, maltratta il troppo tenero Monzon. Il gol del vantaggio di Palacio nasce da una sua stupenda iniziativa. Altri buoni spunti, poi finisce condizionato da un problema alla coscia e si eclissa un po’. DALL’83 WALLACE SV – Gloria anche per il giovane brasiliano che tasta la Serie A per sette minuti. Spicca per la velocità. 

GUARIN 5 – Ricorda il Cimabue di un vecchio Carosello degli anni ’60: fa una cosa, ne sbaglia due. Belle giocate alternate ad altrettante decisamente rivedibili. Un po' anarchico, e questo probabilmente non è piaciuto a Mazzarri. DAL 68’ BELFODIL 6 – Buon impatto, trova il gol anche se vanamente perché in fuorigioco. Col suo ingresso la fase offensiva si rianima dopo alcuni momenti di stand-by, anche se riceve pochi palloni giocabili. Quello più invitante, servitogli da Campagnaro, lo manda fuori di un soffio.

CAMBIASSO 6,5  – Rispetto alle ultime deludenti uscite, stavolta il Cuchu dà molto di più, specie nel ruolo di interditore. Regala lucidità e ordine alla manovra.

KOVACIC 6 – Torna dal primo minuto il giovane croato: il suo è innesto di qualità che però, complice un ritmo partita ancora da rodare, si accende a intermittenza. Un duro contrasto a metà primo tempo, poi, ne limita la corsa fino al punto in cui deve purtroppo alzare bandiera bianca. DAL 44’ TAIDER 6,5 – Si propone su tutte e due le fasi: tempestivo in chiusura, lo vedi lottare come un assatanato in fase di pressing e assecondare  bene gli attaccanti.

NAGATOMO 6,5 – Il clima alquanto acceso lo condiziona: il nipponico nel primo tempo fatica molto a trovare il bandolo della matassa di fronte agli esterni del Catania. Dagli spogliatoi, però, esce un altro Nagatomo, indiavolato e cinico: fermato da Andujar con un riflesso eccezionale, dopo dieci minuti fa bingo su assist eccezionale di Palacio. Da lì guadagna in solidità.

ALVAREZ 7 – Inizialmente il più propositivo, anche se la troppa voglia di fare lo spinge a scontrarsi troppo spesso con i centrocampisti. Dimostra grande spirito di sacrificio ringhiando come ormai ci ha abituati su ogni portatore di palla, a volte si perde in frivolezze ma quando parte in avanti è una spina nel fianco. Il gol dello 0-3, una discesa libera degna di Aksel Svindal, è tutta farina purissima del suo sacco.   

PALACIO 7  – Il vero bomber sa farsi trovare al posto giusto nel momento giusto: lesto a correggere il cross di Jonathan per azzannare ancora una volta la sua preda (quasi) preferita, il Catania. Per il resto, dà una mano alla squadra andando anche nella propria metà campo. Prende tante botte (Spolli graziato), ma si rialza sempre e come se non bastasse serve a Nagatomo il cioccolatino del 2-0. Una piccolo sciocchezza gli costa il giallo.

ALLENATORE: MAZZARRI 7,5 – L’Inter impaurita del primo tempo e rabbiosa del secondo vista l’anno scorso al Cibali-Massimino, lascia spazio ad un’Inter quadrata, che mantiene la stessa impressionante intensità praticamente per tutto l’incontro. Resiste bene alle iniziative iniziali del Catania e poi affonda la prima unghiata con Palacio; non perde mai la testa e nella ripresa legittima il vantaggio con altri due gol e altre azioni pericolose. La squadra, poi, stupisce per la capacità di creare attacchi di massa anche a risultato acquisito, segno di una fame e di una grinta che sembravano perse. Il tecnico di San Vincenzo sfata il tabù Catania nel modo migliore.

CATANIA: Andujar 6; P. Alvarez 6,5 (62’ Rolin 5,5), Legrottaglie 6, Spolli 5, Monzon 4,5; Izco 6 (42’ Maxi Lopez 5), Tachtsidis 6, Almiron 6; Castro 5, Bergessio 5,5 Leto 5,5 (67’ Doukara 5). All. Maran 5

ARBITRO:  DAMATO 5 – Un clima da tonnara con molti contatti proibiti, condizionato anche dal campo pesante, che il fischietto barlettano non gestisce al meglio. Lesina troppi cartellini, non se la sente di punire pesantemente Spolli reo di un fallaccio su Palacio lanciato in porta, poi tentenna fino a non fischiare quando lo stesso Palacio cade in area contrastato. Quando l’Inter sigilla il match, l’intensità cala e il compito diventa un po’ più facile. Ma la prova resta negativa.
ASSISTENTI: POSADO 6 – MARRAZZO 6
ASSISTENTI ADDIZIONALI: GUIDA 5,5 – CIAMPI SV

Sezione: Le Pagelle / Data: Dom 01 settembre 2013 alle 22:48
Autore: Christian Liotta
vedi letture
Print