Prima della conferenza stampa di presentazione, Daniele Padelli si è soffermato ai microfoni di Inter Channel anche per rispondere alle domande dei tifosi nerazzurri. Ecco le risposte del nuovo portiere interista. 

Cosa ti ha spinto a firmare con l'Inter? "L'Inter è un grande club e quando ti chiama non puoi rifiutare. Soprattutto per me, in questo caso, con l'Inter". 

Cosa pensi dei tifosi e del progetto nerazzurro? "Più che di progetto parlerei di voglia di far tornare l'Inter dove merita di stare perché è da qualche anno che si fa un po' fatica. Penso e spero che questo sia l'anno giusto per tornare ad alti livelli. L'atmosfera è bella, basta vedere quante persone e quanti bambini soprattutto vengono all'allenamento, mi rivedo anche in loro. È molto bello". 

Parlando con i nuovi compagni, cosa ti ha colpito? "Mi ha colpito il fatto che anche loro sanno che è una stagione dove bisogna andare controcorrente rispetto al passato, lo sanno tutti perfettamente. Questa è già una buona base di partenza". 

Da bambino tifavi Inter. Cosa si prova ora ad avere indosso questa maglia?  "È un'emozione indescrivibile che sognavo da quando giocavo al campetto del paese con gli amici. Mi rivedevo in Pagliuca, Peruzzi, Toldo. Essere qui riempie d'orgoglio me e tutta la mia famiglia quindi cercherò di onorare questa maglia al meglio perché è il sogno che avevo fin da quando ero bambino (e mostra la foto di Pagliuca modificata col suo volto, ndr)".

Perché hai scelto la maglia numero 27?  "Perché è la somma dei giorni più importanti della mia vita: il 20 è il giorno in cui mi son sposato con Claudia, il 7 il giorno della nascita di mio figlio Diego".

Dove potrà arrivare l'Inter? Chi sarà l'uomo chiave di questa stagione? "Secondo me non ci sono uomini chiave, è la squadra che deve raggiungere l'obiettivo. I risultati, alla lunga, non li porta un giocatore solo. Bisogna creare un gruppo compatto e lavorare tanto. Penso che non sia il momento di fare tanti proclami, ma bisogna lavorare duro per riportare l'Inter dove merita". 

Come è nata l'amicizia con Handanovic? "Siamo stati compagni a Udine, è stato un anno anche se non ho praticamente mai giocato perché lui è un "robot", un professionista esemplare e un ragazzo serio. Lo ricordavo così e ho notato che non è mai cambiato nonostante il passare degli anni". 

 

Sezione: News / Data: Sab 08 luglio 2017 alle 19:11
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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