Bentornato Josè, verrebbe da dire, almeno per quanto riguarda la parte italiana tinta di nerazzurra. Le sue parole hanno fatto come sempre effetto , e se può essere ancora di più quelle di oggi, parole raccolte da La Gazzetta dello Sport. Silenzio rotto, quindi; Josè ha subito rimarcato i pareggi, non tanto perché sono arrivati al posto di eventuali vittorie, ma per il modo in cui sono arrivati. Parole colme di interismo quelle di Josè Mourinho che ha detto di preferire il pareggio di domenica scorsa, a quello di Napoli, quando le decisioni arbitrali hanno privato l’Inter di un calcio di rigore; dopo il bacio, nella conferenza stampa pre Chelsea, allo scudetto dell’Inter, arrivano parole da tifoso per ribadire, anche in maniera esplicita, che il clima intorno ai nerazzurri non è di certo tranquillo e si deve sempre alta la concentrazione. Quella concentrazione che nelle ultime gare è forse mancata ai nerazzurri; c’è chi dice che la usa carica agonistica in panchina è mancata alla squadra. Josè non ha mancato di ribadire che non è lui ad andare in campo, a segnare o a fare importanti parate. Un segnale importante di responsabilità dato alla squadra, una vera e propria scossa che vuole risvegliare i nerazzurri dal torpore delle ultime settimane, giunti al curvone della stagione, dove le prossime due gare (Catania e Chelsea) assumono contorni importanti. L’Inter deve ritrovare quella concentrazione e quella forza che non l’ha fatta cadere in 10 nel derby ultimo, vinto per 2-0. A quel punto, per dirla alla Mourinho, la presenza dell’allenatore non sarebbe più necessaria.

Ma il punto più importante dell’intera intervista è stato il nodo gordiano chiamato Mario Balotelli; nei giorni passati si scriveva che SuperMario forse aveva sofferto troppo la mancanza delle parole delle Special One, parole che erano pronte sempre a proteggerlo, a spronarlo e a non fargli mai abbassare la guardia e ad adagiarsi sugli allori. Oggi Mou ha smentito la febbre di Balotelli, definendola una bugia. Questa presa di posizione di Mourinho servirà così a mettere in riga Mario; al portoghese non è andato giù l’atteggiamento svogliato e rinunciatario del talento 20enne che ormai tutti conosciamo. Infatti Mario sembra rendere meglio sotto pressione e sotto l’ipotetico guinzaglio di Mourinho, quel guinzaglio che in queste settimane di silenzio si è forse allungato. Ed allora ben venga il suo ritorno al microfono che, ha dispetto di quanto vogliamo farci credere i suoi nemici o detrattori, è mancato un po’ a tutti, non solo ai tifosi nerazzurri.

Sezione: News / Data: Mer 10 marzo 2010 alle 20:15
Autore: Alberto Casavecchia
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