Amato dagli interisti, Marco Materazzi è stato quel nerazzurro leader nello spogliatoio ma ancor di più in campo, lì dove ha attirato spesso e volentieri le antipatie di vari avversari per la grinta con la quale difendeva i colori interisti. Indole conservata anche dopo l'addio al calcio, addio mai pronunciato all'Inter, squadra alla quale è tuttora particolarmente legato. L'ex 23 della Beneamata ha parlato della sua carriera durante un'intervista rilasciata a Cronache di Spogliatoio, dove ammette con umiltà: "Io penso di essere l’esempio di quello che può essere l’avventura di un bambino che sogna di giocare tra i professionisti. Ne partono tantissimi e purtroppo ne arrivano pochi".

Ci ha messo tanto prima di poter alzare un trofeo, "ho iniziato a vincere a 34 anni" ma è a 34 anni che ha cominciato a "vincere cose pesanti" - come sottolinea - "Lo Scudetto, la Coppa Italia, la Supercoppa. Quelle sono cose che all’Inter, al Milan o alla Juventus devono essere naturali, anche alla Roma. Sono cose che devono venire quasi naturalmente per quello che rappresenta il club. Poi per vincere una Champions o un Mondiale devi essere nel posto giusto al momento giusto, senza aver mai mollato di un centimetro prima".

Sezione: News / Data: Mar 04 agosto 2020 alle 15:43
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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