"Mi manca allenare a tempo pieno. La Serie A è la mia casa, ma sono anche interessato a nuove esperienze e ad altri campionati". Ha esordito così Roberto Mancini che, intervistato da Transfermarkt, si è raccontato a tutto tondo oltre a rispondere su alcuni temi attuali.

Hai ricevuto offerte per allenare in Inghilterra dopo la vittoria all’Europeo con l’Italia nel 2021?
"Sì, ma il mio impegno con l’Italia me lo ha impedito".

Negli ultimi tre anni, i club della Serie A hanno spesso raggiunto le finali europee, ultima l'Inter, ma si continua a parlare di crisi del calcio italiano. Da cosa nasce, secondo te, questa percezione?
"La Serie A sta vivendo un cambiamento radicale nella mentalità e nella struttura. È finita l’epoca dei patron che investivano per passione. Oggi il calcio è un business internazionale e la proprietà dei club riflette questa realtà. Per avere successo, tifosi, stampa e l’intero sistema devono comprendere e adattarsi a questo cambiamento fondamentale".

Quale squadra, quest’anno, ha espresso un calcio che hai ammirato particolarmente?
"In Italia, Bologna, mentre all’estero il PSG, per il mix di giovani talenti e lo spirito di gruppo".

Hai ammesso di aver rimpianto la decisione di lasciare la Nazionale, ma hai anche notato progressi con la nuova era azzurra. Quanto manca all’Italia per tornare competitiva a tutti i livelli? Quali sono i fattori chiave?
"Ho rimpianto di aver lasciato l’Italia e col senno di poi ho capito l’errore. Sono errori da cui ho imparato e che non ripeterò. Allenare una Nazionale è diverso: non hai i giocatori ogni giorno per farli crescere. Ma devi dare un’identità alla squadra e creare un’alchimia tra giocatori che non giocano abitualmente insieme. Bisogna creare un gruppo unito e vincente".

Sezione: Copertina / Data: Ven 13 giugno 2025 alle 19:30
Autore: Egle Patanè
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