Stupore, rassegnazione, indignazione. Sentimenti che si aggrovigliano nel constatare l'incredibile vicenda che ha visto protagonisti in questi giorni Guarin e Vucinic per uno scambio annunciato e mai avvenuto.

Riavvolgiamo il nastro. Mazzarri chiede una punta e piace il montenegrino. La Juventus (dicitur) ha da tempo l'accordo con Guarin e allora, nonostante l'amarezza nel cedere il 27enne colombiano proprio ai rivali di sempre, i dirigenti si mettono a un tavolo per trattare. Tutto fatto, il nodo resta il conguaglio, perché la plusvalenza per la Juve sarebbe di 6 milioni, mentre per l'Inter di 4. Da qui la richiesta di almeno 3 milioni da parte del club di Milano, considerando anche la differenza di età tra i due (2 anni e 9 mesi in favore del sudamericano). La Juve arriva a 2, il taglio all'ingaggio di Vucinic dovrebbe fare il resto (avrebbe percepito 2,4 milioni all'anno fino al 2016). Sull'altro fronte, Guarin è felicissimo di andare a Torino e così si spiega anche il dietrofront del Chelsea, spiazzato dalla richiesta di 4 milioni a salire da parte dell'entourage dell'ex Porto.

Si procede addirittura con le visite mediche. Poi lo stop, improvviso, di lunedì sera: pare che Thohir non sia convinto. E intanto chi non ci sta per nulla è la Curva Nord, che insorge sul web assieme a tanti altri supporter di fede interista. Ma le parti tornano a dialogare, la frattura pare sanata e i giocatori (e gli agenti, ovviamente) spingono per la riuscita dell'affare. Però la contestazione dei tifosi contro la cessione di Guarin alla Juve aumenta di intensità e cassa di risonanza, finché Thohir – attraverso un comunicato stampa – dice basta. Imbarazzante.

Il tifoso, com'è noto, si lascia andare a facili entusiasmi e a improvvise depressioni. Il tifoso ragiona di pancia, con il cuore, raramente con lucidità. Il tifoso, insomma, fa il tifoso. Ciò che è inconcepibile è che i dirigenti non facciano i dirigenti. Delle due, l'una: o Thohir è stato tenuto all'oscuro dell'operazione oppure la marcia indietro è stata dettata solo ed esclusivamente dai moti di piazza. In entrambi i casi, l'Inter ne esce massacrata. Non possiamo ritenere credibile la prima ipotesi, anche perché a quest'ora tutti i protagonisti della vicenda sarebbero già stati messi alla porta dall'indonesiano, e allora concentriamoci sulla seconda.

Che mancasse solo l'ultimo 'sì' di Thohir è storia nota. Lo scambio era concluso, con soddisfazione di entrambe le parti (non mi chiedete il perché...). Singolare (per utilizzare un eufemismo) far saltare una trattativa per le proteste – giuste o sbagliate che siano – dei propri tifosi. Se una dirigenza agisce in una specifica direzione, è perché ha (dovrebbe avere) un piano ben definito. E se questo piano è stato concertato, allora lo si porta avanti fino in fondo. Tornando indietro, si denota debolezza decisionale e mancanza di convinzione: i peggiori peccati che possa commettere un gruppo dirigente. Immaginatevi se la Roma avesse ceduto alle contestazioni estive: niente Garcia, niente Sabatini, niente mercato intelligente, niente stagione strepitosa. Che poi nel caso di specie i tifosi non avessero tutti i torti, appare pacifico: non puoi scambiare il tuo uomo più vendibile sul mercato, un titolare, per uno più vecchio, più logoro e che fa panchina nella rivale di sempre. All'origine o alla fine di questo grottesco teatrino, un grossolano errore è stato commesso. Evidente.

Qui, badate bene, non si discute solo lo scambio Guarin-Vucinic. Molto di più. L'oggetto del discorso è l'effettiva competenza e professionalità di chi è dentro l'FC Internazionale. Non bastano le frasi di circostanza di Moratti, né quelle di Fassone. Serve una figura che spieghi come siano andate realmente le cose e che si assuma la responsabilità di farlo davanti a milioni di tifosi. Basta con lo scarica barile, con il Dg che rimanda al Ds sulle risposte di mercato, il Ds che rimanda all'allenatore sulle risposte tecniche, l'allenatore che rimanda al Dt sulle risposte di gestione e il Dt che semplicemente non parla mai. E' paradossale interrompere una trattativa ormai chiusa per le proteste dei tifosi e poi non spiegare pubblicamente agli stessi tifosi nulla di quello che sta davvero accadendo all'interno del club.

“Parlare dei propri mali è già una consolazione”, diceva Alexandre Dumas ne ''Il conte di Montecristo''. Poi starà a Thohir trarre le conseguenze e agire. Possibilmente in fretta e senza guardare in faccia a nessuno: ci sono il nero e l'azzurro da rispettare.

 

PS: Mirko Vucinic potrebbe comunque vestire la casacca nerazzurra. Le vie del mercato sono infinite. Ma prendere lezioni di serietà da Marotta e da questa dirigenza juventina proprio non ci sta. Nessuno dimentica le vicende di Isla, Verratti, Berbatov, Vidal e Pogba. E poi la terza stella sbattuta in faccia alle istituzioni e la "contabilità del cuore". Questo sì che è davvero sconcertante. 

Sezione: La Rubrica / Data: Gio 23 gennaio 2014 alle 00:30
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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