Tutti conosciamo la stagione 2009-2010, entrata nella storia come quella del Triplete nerazzurro. Grande protagonista di quella cavalcata è stato Javier Zanetti, capitano che, dopo tante sofferenze, ha alzato tre trofei in meno di un mese. Ecco quanto il capitano ha raccontato nel corso della presentazione del libro 'Inter, quella notte': "La tappa fondamentale di quella stagione è stata l'intervallo della partita contro la Dinamo Kiev. Mourinho ci ha guardato negli occhi e ci ha detto che in quel momento eravamo fuori. Così, ha messo tutta la squadra in attacco e siamo riusciti a vincere. La rete di Sneijder ci aveva fatto capire che c'era qualcosa di diverso, ci ha dato la consapevolezza di poter sognare".

Dopo il passaggio del turno, che prima della vittoria in Ucraina sembrava sfumato per i tre pareggi consecutivi, tocca al Chelsea: "Eravamo contenti di esserci qualificati, ma poi il sorteggio ci ha regalato una sfida speciale. Era una partita molto sentita sia da noi, perché affrontavamo una grande squadra, sia dal mister, per il suo passato allo Stamford Bridge. A Londra abbiamo controllato bene la partita, ma sapevamo che loro potevano farci male in qualsiasi momento. Il gol di Eto'o ci ha dato molta tranquillità".

Eliminato il Cska Mosca, tocca poi al Barcellona, che riporta Zlatan Ibrahimovic a San Siro: "Ibra l'ho salutato prima della partita, ma pensavamo ad altro, perché c'era in palio la finale, c'era molta tensione. Il match del Camp Nou è stato infinito. Il campo sembrava grande il doppio e sentivo i tifosi qui (indicando il collo, ndr). Giocavo terzino destro e avevo davanti un ragazzino di nome Messi, ma siamo stati tatticamente perfetti. Il momento di maggior sofferenza è stato quando Piquè ha segnato. Mancavano 5 minuti più recupero: io, Samuel e Cordoba ci guardavamo e ci facevamo forza a vicenda. Al gol annullato a Bojan, Walter non ha sentito il fischio e aveva già le mani nei capelli, ma mancavano ancora tre minuti. Alla fine è arrivato l'urlo liberatorio. Ero in doccia e ho detto ai miei compagni: 'Abbiamo eliminato Chelsea e Barcellona, ma manca ancora la finale!'".

Poi il grande giorno, aspettato da tutti i tifosi, Zanetti per primo: "Madrid la porterò sempre nel cuore. Vedere il Bernabeu completamente esaurito è stata un'emozione enorme. Non dimenticherò mai quando, uscito per il riscaldamento, correvo sotto la curva: fantastico. Non potevamo perdere quella partita".

Dopo la gioia, la grande festa: "I nostri tifosi sono stati splendidi, ci hanno aspettato fino alle 6 del mattino allo stadio. Aspettavamo tutti quel momento, finalmente potevamo gioire assieme dopo tante sofferenze". Sofferenze che il nostro capitano ha vissuto in prima persona e, lui più di tutti, meritava di alzare quella coppa, "che Massimo Moratti ha aspettato per troppi anni".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 17 novembre 2011 alle 00:01 / Fonte: Dal nostro inviato all'UNA Hotel Cusani
Autore: Alberto Santi
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