Se c'era qualche dubbio, sono bastati 90 minuti per dimostrare la verità: la nuova Inter di Josè Mourinho è una squadra fondata sulla qualità e sul fraseggio. L'idea di costruire una squadra sul modello del Barcellona campione d'Europa e di Spagna è nata dal momento in cui Zlatan Ibrahimovic ha deciso di lasciare l'Inter proprio per approdare in blaugrana, ma dopo un'ottima prova in Supercoppa Italiana contro la Lazio sul piano del gioco (con la sconfitta che però ha lasciato l'amaro in bocca), la gara di domenica scorsa contro il Bari, terminata con un deludente 1-1, aveva sollevato qualche perplessità tra gli addetti ai lavori sulle possibilità per la banda Mourinho di costruire una squadra nuova, incentrata su di un gioco palla a terra e senza più lanci lunghi alla ricerca di Ibrahimovic. La nuova Inter, a dir la verità, era sembrata a tratti spaesata, ma ovviamente in diversi organi di stampa si era esagerato, arrivando addirittura a bocciature clamorose dopo soli 90 minuti.

Ne sono bastati altri 90, quelli del derby contro il Milan, per mettere tutti d'accordo: questa squadra è spaventosa, e forse sarà stato proprio l'arrivo di Sneijder, schierato a sorpresa dal primo minuto nella stracittadina contro i rossoneri, a tranquillizzare la squadra e ad apportare quel tocco di qualità in più che mancava agli uomini di Mourinho. Già, perchè lo Special One ha costruito la sua nuova Inter proprio sulla qualità a centrocampo, quella qualità che era palesemente mancata lo scorso anno, con gente come Stankovic, Muntari e Vieira che garantivano grande quantità ma perdevano nella fase di fraseggio. Sulla trequarti, dunque, abbiamo ammirato un Wesley Sneijder perfettamente calato nel suo ruolo, tramite ineccepibile tra centrocampo ed attacco, piedi buoni al servizio di Milito ed Eto'o: l'olandese è stato fondamentale anche perchè ha permesso a Dejan Stankovic di tornare davanti alla difesa, ruolo che lui stesso ha confermato di preferire a qualunque altro, e di aggiungere qualità ad una mediana che, aiutata dal pressing di Stankovic, è stata perfettamente dominata da Javier Zanetti e Thiago Motta.

Gara fantastica, in particolare, per l'ex centrocampista del Genoa. Motta aveva iniziato non benissimo la stagione, tra Supercoppa ed amichevoli in giro per il mondo il brasiliano sembrava il meno in forma degli uomini di Mou, ma già da domenica scorsa contro il Bari Thiago è leader autentico del centrocampo nerazzurro: grandissima corsa abbinata a tocchi di qualità, appoggi fondamentali per Wesley Sneijder che a sua volta rifinisce per le due punte, ma Motta non resta a guardare: l'inserimento è il suo pezzo forte, e dopo averlo dimostrato per tutta la scorsa stagione lo ha confermato anche sabato sera, quando ha affondato il colpo dell'1-0 con un'incursione degna di nota. Fin quando un problema muscolare non l'ha frenato, dunque, Motta è stato il faro di questa Inter: lui e Sneijder uomini di qualità assoluta, maestri del gioco fatto di fraseggi con il pallone a terra, ma anche l'apporto fondamentale di gente come capitan Zanetti, sempre importantissimo negli equilibri nerazzurri, e di Stankovic, in attesa del rientro di Cambiasso, uomo insostituibile che garantisce intelligenza tattica ma anche quantità e grande corsa. Aspettando il Cuchu, dunque, il copione è già scritto in casa Inter: fraseggi di qualità a centrocampo con Sneijder e Motta, lavoro sporco di Stankovic e Javier Zanetti, per una nuova Beneamata nata proprio sul modello del Barça di Ibra. A proposito, lo svedese ancora non ingrana, l'intesa con Messi ed Henry è da rivedere: la sfida in Champions si avvicina, e la banda Mourinho già sogna uno sgambetto epocale agli uomini di Guardiola. Appuntamento al 16 settembre a San Siro, con un desiderio fisso nelle menti di giocatori e tifosi fino a quella notte...

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 31 agosto 2009 alle 20:47
Autore: Fabrizio Romano
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