Il passato, ma anche il presente suo e della sua Inter, club che gli è rimasto nel cuore e che gli ha dato praticamente tutto. Diego Milito si confessa in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. Nella quale, riferendosi al presente del club nerazzurro, prova a spiegare così il crollo dell'Inter post Triplete: "Ha pagato il cambio di proprietà, l’addio di Moratti. È arrivato Erick Thohir, ora c’è Suning, ci vuole tempo quando ci sono i cambiamenti. Sono fiducioso che l’Inter possa riprendersi a livello societario. È un dolore vedere una maglia così importante del calcio mondiale fuori dalla Champions, quella dobbiamo giocarla sempre".Milito parla anche del suo potenziale erede, Mauro Icardi, che secondo Luciano Spalletti deve ancora dimostrare di essere un grande attaccante fuori dall'area: "Mauro è un talento con ampi margini di miglioramento. È diverso da me, quello che ha detto Spalletti non è sbagliato". A proposito dell'Inter di oggi, Milito dice: "Per me è na buona squadra, ma servono due-tre giocatori importanti per vincere lo scudetto. La Juve, il Napoli e la Roma hanno gruppi consolidati. Se l’Inter compra però può lottare con loro".

Guardando invece al passato, il Principe, oltre ai ricordi della fantastica finale di Madrid, torna anche sull'immediato post-partita, quando si lasciò andare a dichiarazioni non belle sulla possibile non permanenza all'Inter: "Mi sono pentito, ho sbagliato il momento, non lo rifarei. A volte essere così sincero non va bene. Se fosse stato meglio partire non lo saprò mai, ma non sono pentito. L’Inter mi ha dato tanto e io tutto all’Inter. Dopo la Champions era difficile cambiare. C’era ancora tanto da vincere: il Mondiale per club, la Supercoppa. Quello dopo la Champions fu comunque un anno positivo, con il secondo posto". Si parla inevitabilmente anche di Massimo Moratti: "Con lui avevo un grande rapporto, mi è sempre stato vicino e gli devo tanto. E poi con lui ho vinto". Chiosa sul Milito di oggi: "Sono ambasciatore per Inter Forever, essere legato ai nerazzurri è un orgoglio. Sono un uomo fortunato che ha fatto della sua passione una professione. A me piacciono gli attaccanti che partecipano al gioco e non vivono solo per il gol: Andrea Belotti in questo senso è un grande attaccante".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 21 luglio 2017 alle 22:54
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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