L'anno della consacrazione arriva per tutti, il prossimo potrebbe essere quello di Joel Obi. Il grande salto in prima squadra è arrivato nelle due stagioni più tetre della recente storia nerazzurra: 10 presenze all'esordio in Serie A, agli ordini prima di Rafa Benitez, poi di Leonardo. Nel 2011-'12 la svolta, un rendimento più continuo che ha convinto sia Ranieri che Stramaccioni a fare ampio affidamento sul cuore e sui polmoni del nigeriano. Coraggio, grinta e tanta corsa che hanno entusiasmato gli addetti ai lavori. Ora l'Inter è certa: il nuovo ciclo ripartirà anche da Obi.

Titolare già nella sconfitta di Pechino contro il Milan. Allora, come per tutto il resto dell'annata, fu uno dei pochi a prendersi gli elogi in un'Inter che nella ripresa veniva tramortita dal ritorno dei rossoneri. Prestazioni in crescendo frenate soltanto da un paio di infortuni alla coscia. A centrocampo serviva un uomo che desse spinta, garanzie in copertura, per una squadra abbattuta sotto il profilo dell'atletismo e delle motivazioni. L'hanno capito i tecnici che si sono succeduti quest'anno sulla panchina dei nerazzurri. La risposta fornita dal campo ha fatto sì che l'Inter decidesse a gennaio di riscattare dal Parma la seconda metà del cartellino (nelle casse dei ducali 3,5 milioni di euro).

La nuova Inter prende forma e lo fa con un volto pronto a prendersi lo spazio che merita. Sul finire dello scorso aprile il primo gol, contro il Cesena, arrivato anche grazie alla fatale deviazione di Van Bergen. Un segnale che tutti, e lo stesso Obi, aspettavano da tempo. Ma il talento non è solo questo. La conferma è conquistata e costruita grazie ai muscoli ed al sudore speso in campo per la causa nerazzurra. "Speravo che un giorno ci sarebbe stata la mia occasione e ora che è arrivata non la voglio sprecare", aveva detto due mesi fa prima del derby vinto in campionato. Le sue chance Obi se le è giocate alla grande, a centrocampo, reparto nel quale l''Inter dei giovani' vuol provare a ripartire da lui. Per esplodere e risalire la china insieme al club, a 21 anni è deciso a dimostrare che la dirigenza non si sbaglia. Stramaccioni ci scommette.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 01 luglio 2012 alle 20:10
Autore: Daniele Alfieri
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