Marco Bellinazzo, docente e giornalista esperto in diritto economico-sportivo, spiega in esclusiva per FcInterNews, con chiarezza, in termini semplici (ma non semplicistici) e senza tecnicismi, l’attuale situazione finanziaria dell'Inter.

Partiamo dalle parole di Antonello e dal rosso record di 245 milioni di euro.
“Fa parte del percorso di risanamento del club. Sul 2021 si sono scaricate tutte le possibili spese, oltre a quelle che si definiscono poste straordinarie, cioè delle uscite che non si ripeteranno più, vedi le risoluzioni dei contratti di Conte, Nainggolan e João Mario. Questo, insieme ai risparmi e alle plusvalenze realizzate con le cessioni di Hakimi e Lukaku, che verranno contabilizzate nel bilancio del 2022 poiché effettuate dopo il primo luglio, porterà a un deficit più che dimezzato. Con l’obiettivo ulteriore, dato il principio della sostenibilità, di arrivare anche grazie alla risalita dei ricavi, al pareggio di bilancio, un qualcosa che potrà arrivare in una o due stagioni”.

Per il tifoso la sostenibilità economica equivale a nuove cessioni dei migliori giocatori.
“Quella è una delle opzioni. L’obiettivo è l’equilibrio tra i ricavi e i costi. Se riesci ad aumentare i ricavi, non necessariamente devi tagliare i costi. Rispetto all’anno scorso ci sono più entrate da botteghino e sponsorizzazioni. Più i soldi della Champions. Tutto questo influirà sui bilanci e renderà meno stringente la necessità delle cessioni. Questa nasce da vari fattori, con quello immediato legato alla cassa, ossia la cosiddetta liquidità. L’anno scorso erano venuti meno i ricavi da stadio e servivano i soldi per le spese correnti, per un problema risolto grazie al prestito con Oaktree. Si deve ricordare che questo non pesa sui debiti dell’Inter, perché è assunto da Suning, cioè dalla proprietà, che ha dato in pegno la società”.

E come tutti sanno se Suning non ripagasse Oaktree, l’Inter cambierebbe per l’appunto proprietà.
“Giuridicamente, sì. Entro ormai due anni dovranno essere restituiti i soldi con gli interessi, anche se tecnicamente Suning potrebbe pure chiedere che venga rimodulato temporalmente il prestito. Così è come funziona, ma non vedo segnali che portino allo scenario più negativo, il peggio sembra essere alle spalle. Va comunque ribadito ai tifosi che non sarebbe un problema dell’Inter, ma di Suning. Oaktree è una sorta di polizza assicurativa. Il danno sarebbe per Suning, che ha investito tanto nell’Inter, ma non per la società nerazzurra, che passerebbe di mano”.

Intanto i contatti con la UEFA proseguono.
“Verrà rimodulato il vecchio Fair Play Finanziario, con un nuovo modello che verrà implementato dal 2024. In questo periodo di transizione ogni singolo club stringerà degli accordi per rientrare in determinati parametri. Già il vecchio modello prevedeva che non si potesse spendere più del 70% dei ricavi negli stipendi. Saranno introdotte nuove norme, come quella che prevederà di non superare il 70% di ricavi considerando l’ammontare del costo della rosa, che non significa solo gli stipendi, ma anche le commissioni per gli agenti e gli ammortamenti. Con 100 milioni di ricavi i costi non potranno essere più di 70. Probabilmente già dal prossimo anno si introdurrà a scalare questa regola, con una partenza dal 90%. Tale soluzione, a differenza del precedente settlement agreement non avrà carattere punitivo, ma sarà un accompagnamento nel percorso di sostenibilità per i club colpiti dalla pandemia. Per l’Inter tale strada di risanamento dovrà passare anche da una progressiva riduzione dell’indebitamento, che è molto alto”.

Fondamentale quindi un nuovo stadio.
“Non è fondamentale, ma di più, altrimenti Inter e Milan non possono fare un salto di qualità. In questi anni le due milanesi hanno incassato tra i 40 e 60 milioni totali. Le rivali ottengono mediamente il doppio, se non il triplo o addirittura il quadruplo. Il Barcellona col nuovo stadio, per cui è stato stanziato 1,5 miliardi di indebitamento, che in parte verrà coperto dal nuovo sponsor Spotify, punta a 200 milioni di ricavi per stagione. San Siro, al di là della bellezza iconica, per come è fatto non può garantire servizi che consentano tali entrate. Stesso discorso per la sua ristrutturazione, date le spese. È evidente che serva un nuovo impianto, per questo soluzioni alternative anche poco fuori Milano vanno bene, purché il cantiere venga aperto al più presto, tra sei-nove mesi. Si deve sfruttare la crescita dello sport business post pandemia. Già siamo in ritardo, l’iter burocratico avrebbe dovuto esaurirsi in 24 mesi, mentre siamo ancora al dibattito pubblico”.

Sezione: Esclusive / Data: Gio 31 marzo 2022 alle 18:27
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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