Dopo le parole filtrate ieri sul passaggio di testimone Spalletti-Conte (RILEGGI QUI) e sull'Inter attuale (RILEGGI QUI), La Gazzetta dello Sport riporta tra le sue pagine altre dichiarazioni di contorno rilasciate ieri da Beppe Marotta, ospite dell'XI Edizione del Corso da Team Manager organizzato dall’università Luiss di Roma.

L'amministratore delegato dell'Inter ha parlato anche del suo passato ("A otto anni frequentavo lo spogliatoio di una squadra di A, il mio Varese: in cambio pulivo scarpe e palloni"), sottolineando la formula "Competenza per Motivazione al quadrato uguale successo garantito. L'essenza di un club sono logo e storia, non c’è presidente o calciatore che sia superiore". Il dirigente varesino si è soffermato poi sul concetto di fiducia ("Bisogna delegare, dare potere a chi è sotto di te. Va data a tutti anche la possibilità di sbagliare. Ma se non si sa chi sia il colpevole di un errore vuol dire che la struttura non funziona bene"), ma anche su quello dell'ascolto, del buon esempio e del "fare sintesi e decidere, coordinando e assumendosi le proprie responsabilità".

Marotta ha parlato anche della "cultura dell’alibi, molto frequente nel calcio... Sta alla società mettere la squadra nelle condizioni di non averne, altrimenti ti ritrovi quello che dice che ha giocato male perché il seggiolino del pullman era duro. Un bravo dirigente offre ai suoi il meglio. Quando sono arrivato all’Inter ho portato dalla Juve il miglior nutrizionista. La competenza si paga, ma sono investimenti, non costi". Infine un concetto sull'importanza del tecnico: "Non ho mai cambiato allenatore a stagione in corso. Anche perché ancora oggi non so quale sia la percentuale di merito di un tecnico che vince. Secondo me è una componente importante, ma molto fanno i giocatori. 

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Sezione: Focus / Data: Sab 24 febbraio 2024 alle 08:41
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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