"A che gioco giochiamo? Thohir-Mazzarri è l’ora della chiarezza". Con questo titolo Il Corriere della Sera nella propria edizione odierna analizza il momento dell'Inter e il rapporto tra il club nerazzurro e il tecnico Walter Mazzarri, questione esplosa nuovamente dopo la gara contro la Lazio e la panchina di Javier Zanetti. Secondo Fabio Monti, firma del quotidiano, il problema va ricercato nelle parole di Erick Thohir, che fin qui lo ha confermato ma senza grossa convinzione ("resterà con noi, perché ha un contratto e dobbiamo dargli una possibilità", le parole del tycoon). "Un tecnico lo si conferma se: 1. si è soddisfatti di quanto ha fatto, dopo una stagione complicatissima; 2. lo si considera l’uomo giusto per continuare a guidare una squadra e non per offrigli un’altra possibilità; 3. c’è identità di vedute fra proprietà e tecnico sul presente e sul futuro, perché la forza di un gruppo è la società", si legge.

E ancora: "Al di là delle parole, dei contratti, del sistema di gioco, presidente e allenatore devono guardarsi in faccia e chiarirsi bene le idee. Che Inter vuole costruire Thohir e dove vuole arrivare l’anno prossimo? Qual è il vero progetto di squadra fra giovani in ascesa e vecchi in uscita? Che Inter vorrebbe allenare Mazzarri? Ed è disponibile a restare anche senza un allungamento del contratto? Queste sono le domande, alle quali i due protagonisti devono rispondere. Fin qui si è intuito che Thohir pensa a un mercato di medio profilo, fatto con grande attenzione ai bilanci (Vidic a fine contratto). Mazzarri, che si sente prosciugato di ogni energia e incompreso, dopo il grande lavoro fatto in questa stagione, condizionata dal passaggio di proprietà fra Moratti e Thohir, con otto giocatori in scadenza di contratto e un cambio generazionale storico, deve capire bene se l’Inter che verrà gli consentirà di migliorare la classifica, anche in rapporto alla concorrenza. Il tecnico vorrebbe puntare su giocatori forti ed esperti (Hamsik è un esempio); la società appare orientata in altro senso. Restare appesi (o prigionieri del) contratto sarebbe l’errore più grande. Come si dice sempre il giorno dopo le elezioni politiche: ora serve chiarezza. In questo caso è un obbligo, non una battuta".

Sezione: Focus / Data: Lun 12 maggio 2014 alle 08:56 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Redazione FcInterNews.it
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