Due sere fa Sky Deutschland ha gelato su Pavard, ieri pomeriggio L'Equipe ha spaventato su Calhanoglu. Per fortuna l'Inter scesa in campo ieri sera non ha avuto bisogno di mediazioni giornalistiche, è stata vera, autentica, rassicurante, sotto gli occhi di tutti e ha domato un fastidioso Monza esordendo nel modo migliore in questo campionato. Tre punti e via, con la firma del giocatore più atteso, l'àncora nerazzurra tra tante scommesse, mai come oggi simbolo di un gruppo affamato, forsse perché quella fascia è definitivamente al suo braccio e non ad interim. Lautaro Martinez prosegue la corsa verso i 200 gol con la maglia dell'Inter dopo aver infranto, prima di Istanbul, il muro dei 100. E se l'atteggiamento è questo il traguardo è per nulla inarrivabile, a meno che le strade non si dividano prima. Vade retro, pensiero negativo.

Non solo Lautaro, per quanto l'argentino meriti la copertina. La squadra ha mostrato innanzitutto ciò che tutto il popolo nerazzurro, anche ieri straordinario nel sold-out del Meazza, sperava: la stessa qualità di gioco che l'aveva accompagnata fino a Istanbul lo scorso 10 giugno. Diversi giocatori hanno fatto le valigie, qualcuno con destinazione proprio Monza, altri all'estero, altri... vabbé, inutile rivangare. Ma nonostante qualche volto nuovo, la filosofia inzaghiana è ancora percettibile, i codici sono stati rispolverati, forse implementati a vantaggio degli ultimi innesti per sfruttarne le caratteristiche al meglio. Bel gioco, verticalità, trame piacevoli e come sempre molte conclusioni verso lo specchio della porta. Per contro, pur non avendo costretto l'esordiente Sommer a interventi difficili, dietro a volte sono saltati gli equilibri, soprattutto sulle fasce. E senza qualche salvataggio last second oggi racconteremmo un'altra partita. Va bene, impensabile pretendere lucidità al 19 agosto, con le gambe ancora pesanti e meccanismi da ripristinare o adeguare.

Ora, archiviata la prima partita (viva il campo!), testa alla logorante trattativa con il Bayern per Pavard, come se quella per Sommer non avesse stremato abbastanza. Per fortuna di mezzo ci sono i buoni rapporti, altrimenti chissà come saremmo messi. Quanto meno, a prescindere da come finirà la questione, il premio consolatorio è la meravigliosa interpretazione del ragazzotto di Maubeuge, spettacolarmente depresso nell'amichevole contro un gruppo di tifosi, addirittura lontano dal suo gruppo nella foto ufficiale (Ivan il Terribile docet). Oggettivamente, dove le parole non sono arrivate, c'è la teatralità che dovrebbe convincere il kattivone Tuchel a non trattenere a forza un giocatore che non ha più voglia di rispondere ai suoi ordini. Non foss'altro per il danno economico oltre che umorale che ne deriverebbe per il club bavarese. Il salvagente nerazzurro è stato lanciato a Benjamin, opera pia della dirigenza nei suoi confronti e nei confronti di Simone Inzaghi che davvero se lo meriterebbe per i rospi ingoiati in questa calda estate di mercato con le tasche semi vuote e tradimenti tipici del periodo sotto l'ombrellone. Poi, beh, se la situazione non si sbloccasse, sarebbe cosa furba mandare Lautaro a trattare con i bavaresi. Che l'argentino sa come essere convincente.

Un pensiero finale a Carlo Mazzone, Sor Carletto per gli amici, vale a dire tutti quelli che l'hanno conosciuto e semplicemente gli hanno voluto bene. Ci ha lasciati ieri a 86 anni, poche ore prima dell'inizio di questo campionato. E viene da chiedersi se questo calcio (distante anni luce dalla genuinità del suo) fatto di calcolatrici, di tradimenti, di imbrogli finanziari, di figli e figliastri, di rabbia social, gli piacesse ancora. Probabilmente no, non tanto.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 20 agosto 2023 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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