Se è vero che le parole sono importanti, anche un avverbio può fare tutta la differenza del mondo in un discorso di un minuto e mezzo. Soprattutto se quel discorso aiuta ad avvicinarsi alla verità di una trattativa di mercato che, come spesso succede, nasconde più zone d’ombra. Il riferimento è, ovviamente, alle dichiarazioni rilasciate ieri da Luca Percassi, amministratore delegato dell’Atalanta, a proposito dello status quo della trattativa con l’Inter per Ademola Lookman. Dichiarazioni che sono state riportate praticamente in tempo reale dai vari siti Web, lanciate e rilanciate magari senza possibilità di verificarne la correttezza rispetto all’originale. Risultato? La sostanza è quella a cui hanno avuto tutti accesso; il messaggio del dirigente non è stato stravolto, semmai interpretato a piacimento da chi ha voluto vedere una chiusura o un’apertura rispetto alla cessione del Pallone d’Oro africano 2024. Il fatto che il giocatore abbia espresso il desiderio di andarsene, unito all’ottimo rapporto che lega i due club, è stato vissuto dagli spettatori più ottimisti come il segno di un affare praticamente già fatto. Peccato che Percassi, poche righe più in là, abbia anche parlato di valutare l’offerta con ‘grande serenità e grande tranquillità’ aggiungendo che ‘i tempi e i valori di uscita di un giocatore li decide l’Atalanta’. Sottolineando che, alla luce della cessione non preventivata di Mateo Retegui per 60 milioni di euro ai sauditi dell’Al-Qadsiah, i bergamaschi non hanno tutta questa necessità di venire incontro alla controparte. Che, dal canto suo, già lo scorso 19 luglio, per bocca del diesse Piero Ausilio, aveva fatto sapere di non voler portare avanti nessun tipo di trattativa in eterno. Un concetto ribadito ancora più esplicitamente lunedì scorso dal presidente Beppe Marotta, che ha parlato dei famosi 2-3 giorni per conoscere l’epilogo della vicenda. Deadline che dovrebbe essere stata fissata, andando a spanne, a venerdì, ovvero 72 ore dopo l’offerta partita da Viale della Liberazione: 45 milioni di euro comprensivi dei bonus è il valore della prima proposta scritta, e quindi ufficiale, arrivata negli uffici di Zingonia. Una cifra che non sarebbe sufficiente a convincere l’Atalanta, almeno leggendo il valore del cartellino dell’attaccante nigeriano trapelato ufficiosamente negli scorsi giorni: si è parlato di 50 milioni di euro, senza possibilità di sconti. Un compromesso, semmai, può essere trovato nella struttura finanziaria dell’offerta, ma sempre raggiungendo quella quota.

Questo braccio di ferro a qualcuno ha ricordato quello tra Dea e Juve per Teun Koopmeiners la scorsa estate. Le similitudini ci sono, soprattutto se si osserva il ‘potere’ storico che hanno i giocatori contrattualizzati di forzare la mano con i loro club con l’obiettivo di cambiare maglia. Il minimo comun denominatore è il comportamento dell’Atalanta, ottimamente esemplificato da Percassi con l’avverbio di cui sopra che si è perso nella trascrizione fatta dai giornalisti: "Siccome si leggono e si scrivono tante cose, quello che posso dire è che i tempi ed eventualmente i valori di uscita di un giocatore dell’Atalanta li decide soltanto la società e nessun altro", ha detto l’ad nerazzurro. Eventualmente ha un significato ben preciso, ovvero che può avvenire o no secondo gli eventi. Si è parlato tanto della promessa fatta dalla società al giocatore di ‘liberarlo’ in caso di offerta di una big, ma è sottinteso che quest’ultima deve soddisfare anche chi cede. Il prezzo lo fa il mercato, si sa, ed è spesso determinato dal tempismo di chi compra. E, allora, una domanda sorge spontanea: quanto valeva Lookman prima del ricchissimo trasferimento di Retegui in Saudi Pro League? 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 31 luglio 2025 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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