Alle volte, un gesto tecnico leggermente sbagliato può lasciare più amaro in bocca di un clamoroso errore. E' un retrogusto del calcio, che soprattutto se provato al 90' da un campione totale - in campo e fuori dal campo - ferisce ancora di più. Robben calcia, Julio Cesar non trattiene, Gomez è rapido e segna. L'Inter vede cadere un discreto castello di certezze dopo una prestazione non negativa in condizioni fisiche più che precarie, il Bayern Monaco respira aria di quarti di finale e... Julio Cesar si scusa con i tifosi e torna a casa a piedi. Lasciare San Siro a testa bassa dopo essersi scusato subito dopo l'errore come un bambino quando capisce la propria colpa è il simbolo di una serata storta, che proprio Julio non meritava. Rientrato da poco da un infortunio, recentemente ha regalato punti (vedi contro il Palermo) con le sue sensazionali parate, ed anche contro la banda Van Gaal ha compiuto un paio di interventi determinanti in uscita che qualcuno dimentica nel giudicare quel pallone non bloccato su una mina di Robben dalla distanza. Può capitare, ma Julione non lo ammette. E' un perfezionista, uno di quelli che vorrebbe fare sempre il massimo, brasiliano nell'anima. Va via a testa bassa, a piedi, per una scena triste anche solo ad immaginarsela. Julio, perché?

D'altronde, oltre al sottolineare i due interventi di spessore, nessun interista vero può aver colpevolizzato Julio Cesar ieri sera. Basta pensare a tutte le castagne che ha tolto dal fuoco in questi anni, dai miracoli contro il Barça a quella finale proprio contro lo stesso Bayern, dove ad Altintop e Robben disse di no più volte, qualcuna anche in maniera prodigiosa. Si tende a dimenticare, perché il portiere è abbandonato lì in fondo e raramente vede i suoi miracoli in copertina, 'beffati' dalle prodezze del Milito di turno. Eppure l'interista non dimentica, dunque vedere Julio così fa male, malissimo. Il brasiliano non deve scusarsi con nessuno, anche perché è uno di quelli che dal primo giorno di Inter ha sempre sputato il sangue per i colori nerazzurri. Piuttosto, chi deve andar via da San Siro con le orecchie basse è qualche ragazzino viziato come fu Balotelli, che i nostri colori li umiliò nella magica notte del 3-1 ai titani di Guardiola gettando per terra la maglietta. Lì sì, che ci sarebbe da rispedirli a piedi. Ma Julio Cesar è troppo immenso, più di un gradino sopra alla normalità di un bamboccione qualsiasi. Non c'è bisogno di ripeterlo, lui lo sa meglio di noi: non ha niente da farsi perdonare, errare è umano. E non è stato nulla di clamoroso. Insomma, si rifarà presto, vedrete.

Chi speriamo di rivedere presto - possibilmente ai suoi livelli migliori - è invece Diego Alberto Milito. Il Principe contro il Bayern è mancato terribilmente, il riferimento offensivo centrale nella ripresa era sfumato, con un Eto'o ancora tendente ad arretrare ed allargare di conseguenza il suo raggio d'azione. Anche un Milito a metà servizio sarebbe stato preziosissimo, e anche all'Allianz Arena a marzo lo sarebbe, eccome. L'Inter e gli interisti lo aspettano, Leonardo su tutti, lui lavora per esserci. Sarebbe importante, troppo, anche per ritrovare una fetta dell'incantesimo del 2010 e coltivare quella lontana speranza che c'è nel cuore di tutti noi. Se dovesse esserci il Principe, la situazione potrebbe cambiare, chiedere a Van Buyten per informazioni. Aspettando Diego, comunque, io non mollo, e confido nel Principe e in Julione. E voi?

Sezione: Editoriale / Data: Ven 25 febbraio 2011 alle 00:02
Autore: Fabrizio Romano
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