"Alla fine di che cosa parliamo? Di uno scudetto buttato via dall’Inter". Questa la sintesi abbastanza grossolana della Gazzetta dello Sport, che però trova terreno fertilissimo nell'umore nero del tifo interista.

"A meno di clamorose sorprese, non escludibili a priori, però improbabili, difficile che il Cagliari salvo non perda al Maradona, a meno che non accada qualcosa tipo Roma-Lecce 2-3 del 1986, il Napoli ha vinto il campionato nonostante a Parma non sia andato oltre il pareggio - si legge -. L’Inter per due volte ha avuto in pugno la vittoria contro la Lazio e per due volte si è fatta riacciuffare, via Var, particolare che dedichiamo ai negazionisti della tecnologia: senza la video revisione, l’Inter avrebbe vinto partita e campionato. Decisivo il rigore provocato da Bisseck, una “bracciata” su Castellanos, con Pedro implacabile dagli 11 metri per il 2-2 definitivo. Il calcio sa esprimere una circolarità perfetta. Il campionato dell’Inter era cominciato in agosto a Marassi contro il Genoa, un 2-2 con rigore causato da Bisseck quasi alla fine e sempre di braccio, e praticamente si è chiuso qui, con un altro penalty causato dal giovane difensore tedesco, che contro la Lazio ha segnato il gol dell’1-0. Il ragazzo ha potenzialità notevoli, ma deve imparare a tenere a posto le mani e i gomiti". Così: reprimenda da seconda elementare. Mah...

"È la seconda volta che Simone Inzaghi getta uno scudetto, la prima nel 2022 in favore del Milan - sottolinea la rosea nemmeno si fosse al bar, con una sistesi davvero di bassa lega -. Inzaghi ha davanti sé un futuro immediato estremo: bianco o nero, tutto o niente. Se vincerà la Champions, verrà beatificato. Se la Champions gli sfuggirà, il “crucifige” sarà inevitabile". Ma si può ridurre tutto a "palo dentro/palo fuori"?

Sezione: Focus / Data: Lun 19 maggio 2025 alle 08:14 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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