Grinta, abnegazione, lotta, sudore, anima e corpo... Signori: Denzel Dumfries. Se il grande atteso in Qatar degli uomini di Simone Inzaghi sembrava essere Lautaro Martinez, fino a questo momento non in splendida forma e decisivo, lontano dunque dal Toro trascina-Argentina che aveva meritato più di un paio di standing ovation nella Coppa America 2021 durante la quale si è reso protagonista assoluto, a meritarsi gli applausi e gli encomi più scroscianti in questo Mondiale è fino a questo momento l'olandese. L'esterno ex PSV Eindhoven, dal quale lo ha prelevato l'Inter del post-scudetto e post abbandono di Conte, è spesso e volentieri passato sottotraccia e ben sotto le stime e al contrario si era aveva già prontamente affibbiato il bollino di flop nei primi mesi a Milano con tanto di proclami di futuro immediatamente delineato con tanto di destinazione lontana dal capoluogo lombardo. Ma il ventiseienne di Rotterdam, silenzioso e corrucciato come pochi, senza battere ciglio ha chinato il capo e macinato chilometri, atteso il suo momento, fino a prendersi la titolarità che, una volta arrivata, raramente è stata messa in discussione salvo per normale alternanza da turnover. Senza grandi e particolari messe in scena né spettacolarismi vari, l'esterno dell'Inter difficilmente lascia parlare male di sé e la sua presenza in campo risulta fondamentale. Due gol, tre assist e venti presenze: sempre in campo in campionato, una sola partita rimasto fuori dal rettangolo verde in Champions League, l'ultima contro il Bayern, match durante il quale il tecnico nerazzurro ha preferito lasciare riposare alcuni dei suoi giocatori più 'sfruttati' tra cui Denzel. Mille quattrocentoquarantadue i minuti accumulati in questa prima parte di stagione con la maglia della Beneamata, ai quali va aggiunto il minutaggio registrato a servizio della Nazionale oranje.
Proprio con l'Olanda, l'interista sembra aver piantato le tende e sin dal suo esordio con la Prima nazionale quella posizione a lui riservata difficilmente ha visto al suo posto un interprete differente. Giusto otto le assenze dell'ex PSV a fronte delle 49 gare giocate sin dal suo 'arrivo'. Una percentuale di presenze non indifferente che aumenta il suo peso specifico tenendo conto del coefficiente d'importanza del quale è stato investito già all'ultimo Europeo durante il quale l'ex ct De Boer non ha mai fatto a meno di lui schierandolo quattro volte su quattro titolare. Una sola uscita anzitempo per motivi tattici, due reti e un assist, un bilancio che ha perpetrato nelle uscite successive. Stessi numeri per le qualificazioni al Mondiale e in Qatar, dove fino a questo momento l'esterno di Inzaghi e di Van Gaal ha disputato trecentosessanta minuti più recuperi vari, mostrando una certa padronanza mista a selfconfidence che hanno giovato non poco ad un gruppo che ieri ha battuto per 3-1 gli Stati Uniti prendendosi di diritto l'accesso ai quarti di finale. Un ottavo di finale, quello giocato ieri dall'Olanda, che ha visto come protagonista assoluto proprio lo stesso Denzel Dumfries in questione che contro gli americani ha giocato una gara stoica attestata dai due assist vincenti serviti a Depay e Blind prima di suggellare il tutto con la rete personale con la quale cala il tris e chiude il match. Primo gol in Qatar memorabile per l'interista, che nel suo primo Mondiale si è guadagnato non solo un sentito bacio del ct in conferenza stampa, ma anche e soprattutto il primo riconoscimento da MVP del match. Una ciliegina sulla torta che rende al classe '96 un degno omaggio di un rendimento in crescendo dopo le prime due gare del girone contro Senegal ed Ecuador non brillantissime per lui come per il resto della squadra e che ha trovato consacrazione nella giornata di ieri contro gli sfortunati statunitensi.
Suonatore con la sordina inserita, il burbero e mai sorridente Denzel si preoccupa esclusivamente di attenersi ad uno spartito che continua ad eseguire senza troppi acuti degni di nota quantomeno alle cronache assetate di personalità spiccatamente estrose e dall'alto della sua più totale apparente apatia ben esplicata dall'espressione da imperturbabile poker face che lo contraddistingue. Senza grandi inchini ma esecuzioni degne dei migliori palcoscenici, quasi certamente questa Coppa del Mondo propizierà una reazione a catena di suoni che da gennaio in poi certamente parleranno di mercato. Ma magari solo da gennaio! I rumors si mercato infatti hanno ricominciato a susseguirsi già adesso: Bayern, United, ma soprattutto Chelsea, sulle sue tracce dallo scorso maggio. Ma a stanare ogni discorso sono le poche parole dalla risonanza inequivocabile dello stesso giocatore: "L'interesse del Chelsea per me è naturalmente un complimento, ma anche indossare la maglia di una grande squadra come l'Inter è un grande complimento. Sono concentrato sulla Nazionale e gioco in un bellissimo club in Italia. Sono davvero orgoglioso di poter giocare nell'Inter, quindi la mia testa è rivolta a nient'altro che non sia la Nazionale e l'Inter" dice a The Athletic con il solito sornione 'sorriso'.
Ma del futuro non v'è certezza, lo sanno bene gli interisti che tante volte hanno assistito a improvvisi saluti al netto di baci sulla maglia e grandi proclami d'amore. E chissà se alla fine la poker face di Denzel non si trasformerà davvero in un condiviso reale sorriso da parte di tutto il mondo nerazzurro, grande quanto quello stranamente mostrato dopo il gol.
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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