"Ho chiesto a Gonzalo Montiel di calciare il tiro rigore decisivo, ma non è stato possibile farlo. Avessi tirato, l'avrei calciato forte e in mezzo, come faceva mio padre, perché non avrei rischiato nulla". Sono le dichiarazioni invecchiate già malissimo di Lautaro Martinez, che proprio alla vigilia di Spezia-Inter ai microfoni dell'emittente argentina Tyc Sports parlava così della delusione di ritrovarsi come quinto tiratore e quindi escluso dalla serie di rigori nella finale del Mondiale contro la Francia. E meno male (!), avranno pensato i tifosi argentini dopo aver visto la media realizzativa del Toro con l'Inter: dal 2021-2022, otto rigori calciati e solo quattro segnati, in pratica uno fallito ogni due tentativi dal dischetto. E prima della richiesta di battere il penalty decisivo con la Francia, c'era stato quello realizzato già ai quarti contro l'Olanda...

Al contrario di Lauti, nomignolo coniato da un suo ex allenatore (ci torneremo fra pochissimo), Lukaku non va a calciare sperando di non rischiare nulla, ma sa che il rischio è casomai di chi si azzarda a sfidarlo dagli undici metri. Big Rom è uno specialista dei rigori (17 su 17 con l'Inter), definizione che calza a pennello anche su Dumfries, specialista nel guadagnarli e soprattutto nel causarli. L'olandese era stata una delle armi gettate nella mischia da Inzaghi per provare a ribaltare l'1-0 dello Spezia, che in casa non vinceva da settembre, una sorta di anti-Empoli che dopo l'exploit di San Siro non vince e chissà non vincerà più fino al prossimo settembre. Calhanoglu, Dimarco, Dzeko, Carboni, trequartista, lanci e tanta confusione, ma niente, davanti manca la mira e il meccanismo difensivo fa acqua da tutte le parti. Da Dragowski al do Dragão, capiamo bene perché Inzaghi non dorma.

Domani il tecnico tornerà a sedersi al ristorante da 100 euro, ma guai a ordinare il piatto della casa servito dal grande ex Conceiçao in odore di remontada (o reviravolta per mantenerci sul portoghese). "Ci vediamo a Porto", avevo detto Sergio al termine del match d'andata, spocchioso perché si aspettava un avversario ben più arduo da sovrastare, visto anche l'atteggiamento remissivo e quasi non da Porto. Nella tana dei Dragões sarà tutt'altra partita, per questo servirà l'Inter deluxe di Barcellona invocata dopo lo Spezia da Inzaghi, e non quella con il mal di trasferta. Anche dal cammino europeo passerà il futuro della panchina nerazzurra, su cui aleggerebbe però già l'ombra di Conte, uno che non riusciva a far compiere lo step in Champions all'Inter con Barella, perché veniva dal Cagliari. Poi 26° al galà del Pallone d'Oro 2021. A proposito di dichiarazioni invecchiate malissimo.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 13 marzo 2023 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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