Protagonista della puntata di 'ExtraTime' su Radio Rai, Goran Pandev torna sulla clamorosa vittoria della Nazionale della Macedonia del Nord a Palermo, con la quale hanno estromesso l'Italia dalla corsa ai Mondiali del Qatar: "L’Italia per me è una seconda casa, i miei bambini sono nati qua, mi sento metà italiano, però in quella partita ovviamente ho fatto il tifo per la Macedonia. Gli amici italiani mi dicevano che era una partita facile, che l’Italia avrebbe fatto 4 o 5 gol e si sarebbe preparata per la finale del play-off. Io invece dicevo di stare attenti perché la Macedonia se ha qualche occasione il gol lo fa e in contropiede è pericolosa. Ma è stato giusto così, abbiamo fatto gol all’ultimo minuto e per l’Italia è stato impossibile recuperare".

Pandev parla anche del gol col quale sigillò la vittoria nel derby del 2010, con José Mourinho in panchina: "Perché diceva che il gol era suo? Perché dovevo uscire... Prima mi sono mangiato un gol davanti alla porta, prendendo il palo. Mourinho mi disse di calciare la punizione, segnare e uscire. Io gli dissi: 'Va beh, ci provo...'. E poi è andata così. Meno male che abbiamo vinto, abbiamo giocato un'ora senza Wesley Sneijder espulso. Sono felice per lui per la vittoria della Conference League, è un vincente e quando arriva in finale difficilmente sbaglia una partita. Per la gente di Roma questa vittoria significa tanto, lo so per aver vissuto sei anni lì giocando nella Lazio".

Il macedone ex Genoa e Parma torna poi sull'anno del Triplete e sul lavoro fatto dallo Special One: "Parla tanto coi giocatori, fa credere che sei più forte di tutti. Questa è la cosa incredibile che mi è rimasta di lui: anche chi giocava poco lo adorava tanto. Sappiamo come siamo fatti noi calciatori, se non giochiamo è sempre colpa dell'allenatore o di altri. Ma in quell'anno ha fatto cose incredibili, anche nei momenti più difficili ci difendeva sempre e si prendeva le responsabilità". Prima di Pandev, arrivò all'Inter Darko Pancev, che non lasciò esattamente tracce indelebili in nerazzurro pur arrivando tra mille aspettative: "Adattarsi al calcio italiano non è mai facile, lui poi veniva da un campionato molto diverso. Con la Stella Rossa ha fatto tanti gol e vinto la Coppa dei Campioni nel 1991, però aveva anche la squadra dietro che giocava per lui: Savicevic, Jugovic, Prosinecki. In Italia non è andata come si aspettavano tutti, a me però questo è dispiaciuto".

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Sezione: Copertina / Data: Dom 29 maggio 2022 alle 16:10
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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