Ottavo minuto, primo giro dalla bandierina per l'Inter. La regia stacca su Nole Djokovic, seduto al fianco di Andriy Shevchenko in tribuna, quasi profeticamente. Il cross di Hakan Calhanoglu supera la 'rete', ovvero il primo palo, Edin Dzeko schiaccia in volée alle spalle di un Mike Maignan immobile, approfittando della marcatura morbida del peggiore in campo Davide Calabria. Comincia con questo frame l'atto II di un euroderby in semifinale di Champions League. Tre minuti ed è già 2-0, con il blitz di Henrikh Mkhitaryan, intoccabile per Simone Inzaghi a costo di panchinare Marcelo Brozovic, che taglia in due la disordinata difesa rossonera e supera il portiere francese praticamente battendo un rigore in movimento. I padroni di casa sono in balia degli eventi, devono difendere per qualche secondo in dieci per l'infortunio di Ismael Bennacer, e rischiano di capitolare al 16' sulla staffilata di Calha che sbatte contro il palo e fa restare in gola l'urlo alla Curva Nord e fa tirare sospirone di sollievo alla Sud e a tutti i presenti che non avrebbero potuto sopportare la combo tris-gol dell'ex. Maignan fa il resto facendo l'unica parata nella prima frazione sul tap-in timido di Miki, poi Nicolò Barella alza sulla traversa. Tasto stop sull'assedio nerazzurro per agevolare la sostituzione forzata di Stefano Pioli, che perde l'arma tattica con cui ha eliminato il Napoli neo campione d'Italia, dopo aver pregato invano di riavere in tempi record Rafael Leao: dentro Messias e piano partita che salta per aria. Alla mezzora segni di vita del Milan con il tacco di Calabria alla Hernan Crespo, doppio ex, che sbatte contro l'esterno della rete senza dare ansie allo spettatore André Onana. Ma è una fuoco di paglia perché, poco dopo, l'Inter balla il tango nell'area nemica con Lautaro Martinez, che con una finta manda al bar Fikayo Tomori e poi fa un casqué accompagnato a terra da Simone Kjaer. L'arbitro non ha dubbi e indica il dischetto ammonendo il danese, salvo rimangiarsi tutto dopo l'indicazione del VAR che gli suggerisce di andare a vedere meglio al monitor. Deja-vu, ma con epilogo diverso per il Milan che lo scorso novembre perse Tomori per espulsione per lo svenimento di Mount in una gara persa col Chelsea 2-0. Era da quella partita, non è una coincidenza, che il Diavolo non prendeva due gol in Europa in una stessa partita. 

SECONDO TEMPO -

Il Milan sembra uscire meglio dal tunnel degli spogliatoi e rivede la divisa gialla di Onana con il tiro di Brahim Diaz che muore sul fondo senza creare problemi. Poi mette in condizione Junior Messias di calciare da dentro l'area a tu per tu col camerunese: fuori. L'Inter, superato il primo momento di vero pericolo, esce a testa alta come il suo numero 95, Alessandro Bastoni, che in versione fantasista conquista la trequarti senza incontrare opposizione, prima di imbucare per Dzeko. Tre a zero? Macché, Maignan come un portiere di hockey dice no col piede. Cambia la conformazione delle due squadre: Pioli richiama in panchina Alexis Saelemaekers per Divock Origi che ispira l'azione poi rifinita da Diaz che porta al palo di Sandro Tonali. L'Inter non riparte più, Inzaghi opera il secondo e terzo cambio in ritardo rispetto alla tabella di marcia (prima Brozovic aveva rilevato Miki): Dimarco e Dzeko lasciano il posto a De Vrij e Lukaku. Succede poco o nulla fino all'episodio da moviola nell'area rossonera: Rade Krunic colpisce con un pugnetto Bastoni. Silenzio dalla sala VAR, mancano un rigore e un rosso al 33 rossonero. Anche in 11 vs 11, è ancora l'Inter ad avere il maggior rimpianto: Barella dà la chance a Roberto Gagliardini di entrare nella storia dei derby, ma il bergamasco cincischia prendendo maledizioni dagli interisti vicini e lontani. Il mancato 3-0 è l'unica pecca di una partita perfetta per gli inzaghiani, che comunque compiono un passo deciso, non ancora decisivo, verso Istanbul.

Sezione: Copertina / Data: Mer 10 maggio 2023 alle 23:00 / Fonte: dall'inviato a San Siro
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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