È Lautaro Martinez, accompagnato dalla moglie Agustina Gandolfo, il protagonista della prima puntata della seconda stagione di Millions, il podcast curato da Joe Bastianich e Tommaso Mazzanti che parla di business e soprattutto delle persone che generano business, dove i due coniugi si raccontano parlando di tutto, dalle loro origini alla Champions League passando per l'attività imprenditoriale curata da entrambi e per i rispettivi ruoli.
Quale oggetto ti rappresenta nel tuo quotidiano?
"Il ciuccio dei miei bambini, nello specifico di Nina perché è rosa. Però lo usano entrambi, condividono tutto. L'ho portato perché loro sono la mia vita, sono importantissimi. Tutti i giorni li vedo crescere e darci tanto amore, per me rappresentano tanto. Da quando sono nati, sono cambiato completamente". 
Raccontaci la tua adolescenza in Argentina.
"Sono nato a Bahia Blanca, in una famiglia di sportivi. Mia nonna è stata la prima calciatrice della città, poi mio nonno faceva anche calcio. Mio padre ha continuato la dinastia giocando in Serie B argentina e ha trasmesso la passione per il calcio a me e a mio fratello più grande, mentre mio fratello gioca a pallacanestro. La nostra famiglia è all'insegna dello sport. Io e i miei fratelli giocavamo a calcio con qualunque condizione meteo, nostra madre ci doveva chiamare perché non volevamo tornare a casa. Con mio fratello a volte restavamo a fare uno contro uno quando gli amici andavano via". 
Quando vi siete conosciuti?
Agustina: "Mi scriveva su Instagram, poi ci siamo visti ad un compleanno di un amico in comune. Ci siamo conosciuti, poi lui si è trasferito in Italia. Lui mi diceva sempre che sarei finita in Italia, io gli rispondevo che era matto perché avevo le mie attività in Argentina... Poi è diventata una cosa molto molto forte, anche se eravamo lontani. Decisi di prendermi due settimane in vacanza, e da lì non sono più tornata. Chiamò mio padre e gli disse: 'Coco, Agus rimane qui'. Lui non ha reagito benissimo...".
Agustina, cosa ti piace dell'Italia?
"Siamo molto simili, e questo mi ha reso le cose più facili. Però sicuramente il cibo e soprattutto come ci hanno trattato le persone. Ho creato subito il mio gruppetto di persone vicine, che è molto importante".
Da qui nasce il vostro ristorante 'Coraje'. Perché ci vuole coraggio o grande passione, o soldi da perdere, per fare un business in Italia.
Agustina: "O venire da una famiglia che... Però io non avevo nulla di questo. Volevo però creare una cosa che mi piaceva quando andavo in un posto".
Lautaro: "Tutto era partito dall'idea di un bar. È stata lei a dirmi di aver trovato un posto giusto, siamo andati a vederlo e resto stupito: due piani, da 10 a 120 tavoli...".
Agustina: "Volevo fare un posto per fare colazione healthy, alla fine ho trovato questo posto a Brera e l'ho voluto. Però ho dovuto adeguare la cosa perché è diventata molto più grande. Siamo aperti tutto il giorno, sono partita da robe da nutrizionista e ho dovuto implementare un menù per i turisti". 
Lautaro, quanto vi siete supportati in questo progetto?
"Tantissimo, dal primo giorno in cui ha scelto questo cammino sono sempre stato vicino a lei. Ho curato tutti i punti del ristorante in maniera speciale, poi lei è una che non riesce a stare ferma e cerca sempre qualcosa per tenere la mente occupata. Io l'ho conosciuta così e continua a essere così. Ma dal primo momento che ha scelto questa strada io l'ho accompagnata". 
Agustina sui primi giorni d'attività.
"Dopo l'inaugurazione ho lanciato un evento Lamborghini, poi c'è stato il Salone del Mobile e volevo aprire lì. È stato un disastro, purtroppo non ho fatto delle prove in precedenza malgrado me lo avessero consigliato. È finita con Lautaro che ha dovuto servire ai tavoli. Quel giorno mi ha salvato la vita. Oggi con l'esperienza avrei scelto di fare un altro tipo di inaugurazione".
Lautaro aggiunge:
"Avevo finito di giocare il 5 giugno con la Nazionale, il 7 abbiamo fatto l'inaugurazione con la famiglia; l'8 e il 9 mi sono ritrovato a fare il cameriere e servire ai tavoli due entrane così con le patatine. Dopo 15 giorni le ho suggerito di andare in vacanza insieme...". 
Agustina, hai qualche altro progetto nella ristorazione?
"A Mendoza stiamo preparando Cittanina, un intero complesso di hospitality; seguiremo questa strada con più esperienza".
Lautaro, da calciatore avrai una carriera che spero durerà 20 anni. Poi dovrai pensare al futuro, cosa ti passa per la testa quando vivi questi momenti?
"Abbiamo tantissimi progetti, ne parliamo spesso con le famiglie; ora stiamo seguendo questo percorso a Mendoza. Poi abbiamo un gruppo di persone che ci aiuta e ci guida, come anche i nostri familiari. È sempre andata bene grazie ai loro consigli, seguiamo loro poi abbiamo i nostri progetti. Che sembrano pazzi, però... Io faccio una vita di sacrifici, pensieri, pressione e tanti momenti fuori casa. È difficile, quindi ti serve avere intorno gente che ti aiuta e che ti guida nella maniera corretta. I primi anni sono stato con gente che mi ha fatto soffrire tantissimo, da lì ho imparato tantissimo. Poi anche la famiglia di Agustina è importante, suo padre ci aiuta tantissimo coi suoi consigli e punti di vista. Per noi è fondamentale. Poi le nostre famiglie sono unite".
Qual è il vostro sogno sul lato business e su quello sportivo?
Agustina: "Io sono multitasking: voglio continuare con 'Coraje', ora punto a costruire un hotel. Vorrei avere il mio studio di nutrizione e curare anche tutta la parte del fitness".
Lautaro: "Il mio sogno sportivo è continuare sulla strada che sto facendo, crescere ogni giorno perché mio padre mi ha insegnato che ogni giorno devo dare di più. Non è che se un giorno faccio tre gol allora posso dire che è finita lì, bisogna sempre aggiungere qualcosa. E questo cerco di trasmetterlo anche in famiglia ai miei figli, voglio che sappiano quello che abbiamo vissuto noi per arrivare a dove siamo oggi. Lei lo fa meglio di me, però quando sono a casa cerco di trasmettere queste cose".
Il giorno dopo che avrai terminato la tua carriera, cosa farai?
"Mi godrò la famiglia e i bambini, i viaggi e la città. Cose che non possiamo fare oggi. Quando abbiamo qualche giorno libero, sto sempre a casa: tra aerei, viaggi e alberghi, vivo una vita piacevole, perché l'ho scelta, però faticosa. Vorrei viaggiare, vedere i miei bambini crescere tutto il giorno".
Tra 20 anni vi vedete in Italia, in Argentina o dove?
Lautaro: "Io tornerei a Bahia Blanca, però lei non vuole..."
Agustina: "Tempo fa, quando siamo appena arrivati, gli dicevo che mi sarebbe piaciuto vivere a Madrid, per la lingua. Adesso, con due figli, ci pesa la distanza con la famiglia. Ad oggi, quindi, tornerei in Argentina perché con la famiglia così distante perdi tanto".
C'è un nuovo Lautaro in casa?
"Credo di sì, è pure sinistro; il destro non lo usa. Ma ora deve crescere con salute e divertirsi, poi vedremo che scelgono loro".
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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