Suning-Inter: è finita. Otto stagioni sulle montagne russe - come sottolinea la Gazzetta dello Sport - tra trionfi e dolorosi addii, incassi boom e debiti. Con una certezza: oggi l'Inter vale molto di più di quando la famiglia Zhang s'insediò al comando:. I conti sono presto fatti: da 400 milioni a 1,3 miliardi, secondo l'enterprise value calcolato da Football Benchmark.

Ne ha fatta di strada il club dal lontano 2016, quando si passò dalla gestione Thohir a quella cinese. I primi colpi di mercato flop con Joao Mario e Gabilgol, la sgangherata scelta De Boer, poi immediatamente il mirino raddrizzato: Spalletti, poi Conte e infine Inzaghi. Prima il ritorno in Champions, poi la fiinale di Europa League, lo scudetto, le coppe domestiche, la finale di Champions e un altro scudetto, quello della seconda stella.

Grande impulso anche sui ricavi, poi la frenata dettata dal Covid e non solo: rubinetti chiusi dalla Cina, con Zhang costretto a una cura dimagrante negli investimenti. Il prestito da Oaktree con l'Inter in pegno. Nel 2022, peraltro, viene rifinanziato il bond in pancia a Inter Media per 415 milioni, con scadenza 2027: i debiti finanziari nerazzurri raddoppiano rispetto a Thohir, che pure aveva inaugurato la strada delle obbligazioni. La parola d'ordine è austerity. Dalla perdita record di 246 milioni del 2020-21 si passa al -140 del 2021-22, al -85 del 2022-23 e al -50 stimato per il 2023-24. Decisivi i tagli della spesa (80 milioni in meno, tra stipendi e ammortamenti) e le cessioni, oltre al consolidamento dei ricavi. La finale di Champions 2023 e lo scudetto 2024 arrivano in sostanziale autogestione, grazie all'abilità dei due a.d. Antonello e Marotta. Ed eccoci qui.

Sezione: Copertina / Data: Mer 22 maggio 2024 alle 08:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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