Assieme al compagno di squadra Pirola, Sebastiano Esposito è stato convocato dall'Italia U18 per la doppia amichevole con i pari età della Serbia. Intervistato dal Corriere dello Sport, il giovanissimo talento nerazzurro ha parlato anche del tema razzismo negli stadi. 

Perché quella faccia? Non succede alla vostra età? 
"Mai. È roba da grandi, purtroppo. Ma noi giovani possiamo invertire questo clima. Abbiamo il dovere di provarci perché siamo l'esempio di un'integrazione possibile, da quando andiamo a scuola a quando scendiamo in campo. Qui in Nazionale ci sono Udogie e Tongya. Vi garantisco che sono italiani tanto quanto me. I tifosi, per disturbare l’avversario a volte fanno delle cose senza rendersene conto. Non immaginano il danno che possono creare nella testa di un calciatore e le ferite che provocano".

Cagliari. Lukaku. Cosa ha pensato lei? 
"Ero in panchina e penso che Lukaku sia stato un grande. Ha risposto ai razzisti facendo gol, senza alimentare polemiche, dimostrando chi aveva ragione e chi torto".

C’è qualcosa che la rende orgoglioso del percorso che sta facendo? 
"A 9 anni mi sono allontanato 800 km da casa per andare a Brescia. Al sud la vita è più difficile, ma vado orgoglioso di ciò che sono e di dove sono cresciuto. I sacrifici fatti della mia famiglia non li dimentico, ma guai a dire “Ce l’ho fatta”. Non pronuncerò mai questa frase, neanche quando avrò 100 presenze in Serie A". 

Capitolo Inter. Alla Pinetina dicono che Conte stravede per lei… 
"È un onore fare gli allenamenti con la prima squadra, anche se io devo ancora pensare alla Primavera. Durante l’estate ho girato il mondo con la maglia dell’Inter e non vedo l’ora che arrivi il mio momento. Sento la fiducia attorno, credono in me. Conte è una persona fantastica, con lui sto instaurando un bel rapporto. Il mister ha la capacità di trasportarti nel suo mondo fatto di adrenalina pura, è uno che ha la “cazzimma” (ride, ndr)". 

C’è un gol nella storia del calcio che avrebbe voluto segnare? 
"Il gol di Ronaldo contro la Lazio in finale di Coppa Uefa nel 1998. Pazzesco. Una finta, poi la seconda e il dribbling al portiere. Dico anche il gol di Totti contro la Sampdoria, quello al volo di sinistro a Marassi. Loro sono i miei idoli indiscussi". 

Esposito finga di essere davanti al genio della lampada, ma con un solo desiderio. Quale esprime? 
"Io sono sempre stato un bambino che sogna. Datemene almeno 2".

Concesso. 
"Esordire in Serie A con l’Inter e vincere il Mondiale Under 17. Credo in entrambe le cose con tutto me stesso". 

Sezione: Copertina / Data: Gio 05 settembre 2019 alle 08:46 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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