"Non paragono questa finale a quelle che ho vinto con il Barcellona, a quelle da calciatore, a quella persa contro il Milan di Capello o contro il Chelsea. Ci sono tanti campionati che sono stati importanti". Lo dice Pep Guardiola, tecnico del Manchester City intervistato da Sky Sport nella settimana che conduce alla finale di Champions League contro l'Inter. 

Dove pensa che l'Inter possa far male? Con la costruzione dal basso di Onana? 
"Ci sono tante preoccupazioni, ma quella è una. Quella è una qualità speciale perché ti svuota il centrocampo, ma hanno anche le palle lunghe sugli attaccanti e gli inserimenti. Hanno processi anche sugli esterni. E poi c'è Onana: normalmente le squadre hanno portieri bravi, ma questo con i piedi è eccezionale. È un altro concetto che si deve affrontare".

Cruijff disse "gli italiani non possono vincere, ma contro di loro puoi perdere". Cosa ne pensa? 
"Non dico di no a Cruijff che è stata la persona più importante della mia carriera. L'Italia è forte in qualsiasi situazione, è sempre così. Voi vi sentite comodi in questo e lo accettiamo. Noi cerchiamo di vincere, ma anche l'Inter viaggia per vincere. Sarà una partita durissima per la loro struttura difensiva ma non solo. Al di la di questo se non fossimo buoni però non saremo in finale di Champions".

Quanto è importante il confronto con Maresca che conosce il calcio italiano?
"Un po', la mentalità e la cultura italiana la conosce meglio di noi. Penso che tutti gli allenatori del mondo si contrastano e si confrontano con lo staff perché il calcio è fatto di idee". 

In questo momento sembra che si cerchi relax, non solo lavoro. È un'impressione giusta? Lei ha avuto un distacco mentale? 
"Ho sempre affrontato queste situazioni con il piacere di sognare cosa fare per battere l'avversario. Questa è la cosa più bella. Ora non è questione di preparazione atletica, ma bisogna arrivare bene mentalmente, con l'approccio diverso perché l'Inter gioca in maniera diversa. Bisogna essere tranquilli e dare tutto per 95 minuti". 

Nell'opinione pubblica, se non dovesse arrivare la Champions si parlerebbe di fallimento. Lo sarebbe anche per lei?
"Se tutti lo dicono sarà così. Se mi lascia tristezza? No, quello che la gente dice non è quello che poi penso. Se lo dice tutto il mondo ci devo convivere con tranquillità". 

Inzaghi ha raccontato che nel 2019 vi siete incontrati a New York.
"Lo ricordo, era con sua moglie e poi ci siamo trovati anche in giro. C'era anche Aquilani. Avevamo parlato un po' di calcio, lo ricordo bene". 

Ha ancora due anni di contratto, se dovesse arrivare la Champions con il City penserebbe che il lavoro qui sia fatto?
"Se la vinciamo me lo chiedi, se no no. Ancora qui ci troviamo bene, essere qui è un sogno per un allenatore, c'è tutto quello di cui un tecnico ha bisogno. C'è il sostegno di chi sta più su, qualsiasi cosa succede cerchiamo di fare sempre meglio". 

Sezione: Copertina / Data: Mar 06 giugno 2023 alle 17:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
vedi letture
Print