"I numeri dicono che la Juventus non vinceva nulla da tre anni ed è tornata ad alzare una coppa con Massimiliano Allegri. Il nervosismo? Sono rimasto sorpreso perché penso che non si sia trattato solo di un raptus agonistico, c'è evidentemente dell'altro". Così Fabio Capello alla Gazzetta dello Sport.

Dell'altro?
"Beh, quando senti che l'aria attorno a te è cambiata non è facile continuare ad andare avanti come se niente fosse. Speri che le voci che ti riguardano siano solo delle voci, appunto, fino a quando non realizzi che era tutto vero. E allora, con una coppa tra le mani, viene fuori l'orgoglio".

È a questo che pensava Allegri mentre guardava i tifosi della Juve in festa sotto la curva dell'Olimpico?
"Credo proprio di sì. Ha portato a casa una coppa, e con due competizioni a disposizione: la Juventus non ha giocato in Europa nonostante Allegri un anno fa l'avesse condotta in Champions arrivando terzo sul campo. Più di cosi poteva "solo" vincere lo scudetto, ma la squadra non era attrezzata a sufficienza per lottare con l'Inter: la rosa bianconera è di un livello tecnico discreto ma resta inferiore a quella dei nerazzurri. E anche a quella del Milan".

Quali sono allora le colpe di Allegri?
"Magari il fatto di aver vinto solo un trofeo in un triennio. Una coppa va bene ma le attese, in un club come la Juve, sono sempre più alte, è inevitabile".

Dopo la finale dell'Olimpico, Allegri ha detto: "Lascio in eredità la mentalità vincente". È d'accordo?
"Il modo in cui ha preparato la finale con l'Atalanta gli dà ragione: l'altra sera ho visto una Juve compatta, attenta in difesa come nella prima parte della stagione, con una dedizione pressoché totale a quello che chiedeva l'allenatore".

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Sezione: Copertina / Data: Ven 17 maggio 2024 alle 08:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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